Come consuetudine, durante la solenne processione del Corpus Domini, uscirà come
da tradizione il fercolo d'argento seicentesco del Vascelluzzo o come è chiamato
da noi messinesi in dialetto: 'u VASCIDDUZZU ...
Durante
la festa del Corpus Domini, come detto sopra, si rinnova a Messina la
tradizionale e popolare processione del Vascelluzzo.
Si tratta di un vascello a tre alberi lungo circa un metro con l'anima in legno
rivestito da lamine d'argento finemente lavorate a cesello che riproduce in
maniera molto fedele un antico galeone.
Nel galeone si ergono tre alberi dove viene fissato un reliquario contenente i
capelli con cui, secondo la tradizione, la Madonna legò la lettera inviata ai
messinesi. Ancora al di sopra si trovano due puttini alati, anch’essi d’argento
che reggono una corona.
Dalle fiancate sporgono otto cannoni per parte; altri sono presenti sulla poppa
che mostra anche quattro cariatidi dorate. Sempre sulla poppa è presente
l'immagine della Madonna mentre sullo sfondo è visibile la seicentesca Palazzata
opera di Simone Gullì.
Il vascello poggia su una base d’argento incisa col motivo ad onde marine ornata
con foglie e fiori; sulle facce vi sono raffigurati i volti che secondo la
tradizione sarebbero i marinai fondatori della confraternita di S. Maria di
Portosalvo. Vi sono inoltre quattro medaglioni con le effigi della Madonna della
Lettera, di S. Alberto con la Bibbia e un giglio, S. Placido insieme ai fratelli
e la Madonna di Portosalvo con la veduta di Messina.
Sull'intera struttura compaiono varie date a partire dal 1644; documenti della
fine del XVII secolo fanno accenni alla realizzazione dell'opera che la
confraternita dei marinai aveva il privilegio di portare in processione.
Questa preziosa opera dei maestri argentieri messinesi è legata ad avvenimenti
storici realmente accaduti nella città di Messina.
Quello più antico si rifà all'assedio di Messina da parte del duca Roberto di
Calabria nel 1302. La città stava capitolando per fame ma grazie alle suppliche
formulate da Sant'Alberto (monaco carmelitano del convento di Pozzoleone) alla
Madonna giunse in porto una nave carica di grano e tutti quei viveri necessari
alla sopravvivenza che di fatto salvarono i Messinesi dall’assedio e da una
certa e irreversibile carestia.
L’altro episodio collegato al Vascelluzzo risale al 1603 quando durante una
terribile carestia che affliggeva tutta la Sicilia e in particolare la città di
Messina, una grossa nave carica di 5000 salme di grano proveniente dalla città
greca chiamata Volo era diretta a Napoli.
Mentre questa passava per lo stretto di Messina, dalla parte di Capo Peloro si
alzò un fortissimo vento contrario, e si scatenò una terribile burrasca, il
bastimento fu privato, in poco tempo del timone e le vele furono squarciate dal
vento. La disperazione fu tale che l'equipaggio, seguendo il costume marinaresco
del tempo, si affidò al Cielo per sapere a quale santuario o Madonna dovesse
votarsi per avere soccorso. Da queste preghiere venne fuori il nome della
Madonna del Piliere di Messina.
I marinai di quel vascello costruirono una zattera, sulla quale montarono
quattro uomini, estratti a sorte, e malgrado la tempesta giunsero in Messina
dove narrarono il fatto. Prontamente la generosa città di Messina inviò i
soccorsi ai naufraghi nonostante le enormi difficoltà: una galea carica di vele,
sartiame ed altri attrezzi utili fu mandata in aiuto alla nave greca. Grazie a
questo gesto d'amore di Messina, veramente estremo, il bastimento fu rimorchiato
in porto e accolto da tutta la città affamata, la quale vide tutto ciò come un
messaggio soprannaturale della Vergine Maria, poiché bastarono quelle 5000 salme
di frumento ed altre che poi arrivarono, a liberare Messina dal terribile
flagello della carestia. La Generosità di Messina venne ricambiata doppiamente
dalla Provvidenza. Questi avvenimenti come detto colpirono fortemente la fede
dei messinesi da sempre legati a Cristo e alla Madonna della Lettera: Patrona e
protettrice della Città. Per tale trasporto di popolo il Senato cittadino ordinò
che questo avvenimento fosse ricordato ogni anno con una processione, e offrì
alla Cattedrale a ricordo della grazia, una nave d'argento, che è chiamata
ancora oggi: il " Vascelluzzo " e che ogni anno viene trasportata in processione
per le vie della città proprio nel giorno del Corpus Domini.
Il Vascelluzzo, adorno di spighe di grano, viene condotto in questo dì a spalla
dal Duomo dove poi fa ritorno solenne. Questa festa in ricordo dei miracoli
compiuti da Cristo per mezzo della Patrona, suggella l'importante festività del
Corpus Domini nella antica e bella città di Messina.