William Shakespeare...
...Messinese?
Alcune biografie esordiscono: “Tutto quello che sappiamo di William Shakespeare è che nacque nell'aprile del 1564 (fu battezzato il 26, ma per tradizione la nascita si celebra il 23, giorno di San Giorgio patrono della nazione) a Stradford-Upon-Avon, grosso centro del Warwickshire, a nord-ovest di Londra, vi si sposò a diciotto anni, nel novembre del 1582 con Anne Hathawayvi, ebbe figli: Susanna a cui seguirono nel 1585 due gemelli, Hamnet e Judith, andò a Londra dove fece l’attore e scrisse opere di poesia e di teatro, tornò a Stratford, vi fece testamento, vi morì nel 1616, a 52 anni, lì fu sepolto.” La notevole mole di notizie scritte dai suoi biografi contribuisce però solo a formare una cornice all’interno della quale William Shakespeare resta inafferrabile. Poco sappiamo dei suoi primi anni e non c’è nulla che unisca la sua vita e soprattutto le sue opere a Stratford. Il riferimento storico certo è del 1592, quando ormai Shakespeare è già un drammaturgo affermato: è di quell’epoca infatti un pamphlet di un’opera nella quale il "rivale" Robert Greene che in un passo del suo A Groath's Worth of Wit bought with a Million Repentance (Un soldo di spirito comprato con un Milione di pentimento), noto anche come Groatsworth of Wit, lo attacca accusandolo di arrivismo. Su di lui sono stati scritti un'infinità di libri, sono stati effettuati anni di pazienti ricerche nel tentativo di risolvere un unico fondamentale imbarazzante quesito: Qual è il mistero che avvolge la vita di William Shakespeare? Può essere davvero simile ipotesi una nuova questione omerica dei tempi moderni.
Ciò che colpisce è che nel “The Times”, quotidiano londinese in data 8 Aprile-2000 è riportato, secondo lo studio di alcuni college inglesi e del Prof. Martino Iuvara di Ustica -docente della cattedra di Letteratura Italiana a Palermo-, un articolo secondo il quale William Shakespeare sarebbe nato proprio a Messina. Egli infatti dovette scappare dalla sua Messina alla volta di Londra a causa dell'Inquisizione Santa(ricordiamoci che in quel periodo Messina era sotto il giogo della dominazione spagnola) essendo i genitori di lui fervidi sostenitori e assertori del calvinismo. Arrivato in Inghilterra nella cittadina di Stratford-Upon-Avon avrebbe trasformato quindi Il suo nome da Michelangelo Florio Crollalanza, nel suo equivalente(tradotto letteralmente Shake= Scrollare; Speare= Lancia) Shakespeare, mentre il nome William lo avrebbe preso da un suo cugino da parte di madre, morto prematuramente a Stratford-Upon-Avon cittadina dove già da tempo vivevano alcuni suoi cugini. Un'altra ipotesi è invece quella secondo cui il bardo non fece altro, una volta giunto in terra di britannia, che trasformare al maschile il nome e cognome della madre Guglielma Crollalanza nell'esatta traduzione inglese, ovvero: William Shakesperare.
Questa notizia mi ha spinto allora ad approfondire i termini della questione e così grazie ad internet ho trovato diversi siti dove era trattata proprio questa tematica che mi ha emozionato.
Prima cosa che mi spinge ad indagare: il prof. Iuvara dice che i primi dubbi vennero colti proprio in Italia, nei primi anni '20, quando venne ritrovato un volume di proverbi, "I secondi frutti", scritto nel XVI secolo da uno scrittore calvinista, tale Michelangelo Crollalanza. Molti di questi detti erano gli stessi utilizzati da William Shakespeare ne l'Amleto.
L'articolo del "Time" così recita: << Il mistero di come e perché William Shakespeare sapeva così tanto dell'Italia ed ha messo tanto dell'Italia nelle sue opere "è stato risolto" da un accademico siciliano pensionato: <<la questione risiede nel fatto che non era affatto inglese, ma italiano. Le biografie del Bardo ammettono che ci sono moltissime lacune nella sua vita, ma attestano che Shakespeare era figlio di John Shakespeare e Mary Arden,che era nato a Stratford-Avon nel mese di aprile 1564, e che sia stato sepolto là nel mese di aprile del 1616. >>. Tuttavia, il professor Martino Iuvara, 71 anni, un insegnante pensionato di letteratura, sostiene che Shakespeare era siciliano, nato a Messina come Michelangelo Florio Crollalanza e che fuggito a Londra a causa della santa inquisizione, perché appartenente al rito Calvinista, cambiò il suo nome nell'equivalente inglese.
Crollalanza o Crollalancia si traduce letteralmente Shakespeare. In un'intervista con il magazine "Oggi" , il professor Iuvara ha detto che la chiave del mistero era il 1564, l'anno in cui John Calvin è morto a Ginevra. Era l'anno in cui Michelangelo è nato a Messina da un medico, Giovanni Florio e una nobildonna chiamata Guglielma Crollalanza, entrambi seguaci di Calvino. L'inquisizione era sulle tracce del Dott. Florio a causa delle sue idee eretiche calviniste, allora la famiglia fuggì a Treviso, vicino Venezia, comprò stranamente casa Otello, proprio come l'Opera, costruita da un mercenario veneziano chiamato Otello che, la leggenda locale diceva, anni prima, avere ucciso, per la sua mal risposta gelosia, la moglie. Michelangelo ha studiato a Venezia, Padova e Mantova ed ha viaggiato in Danimarca, in Grecia, in Spagna ed in Austria. Era diventato amico del filosofo Giordano Bruno, che doveva essere bruciato sul rogo per eresia nel 1600. Bruno, dice lo Iuvara, aveva forti collegamenti con William Herbert, Conte di Pembroke e con il Conte di Southampton. Nel 1588, a 24 anni, Michelangelo si recò in Inghilterra sotto il loro patronato. Sua madre, la Signora Crollalanza, aveva un cugino inglese a Stratford, che prese il ragazzo in casa. Il ramo di Stratford aveva già tradotto il loro cognome come Shakespeare ed aveva avuto un figlio chiamato William, che era morto prematuramente. Michelangelo, dice il professore, ha semplicemente preso questo nome per se stesso, diventando William Shakespeare. 15 delle 37 opere del poeta sono ambientate in Italia.>>
All’indirizzo http://www.abeautifuldifference.com/webdoc9091.html così è scritto:
<< Shakespeare era italiano? Crederci oppure no? Questo problema è stato oggetto delle lezioni di noi allievi dell'istituto collegiale Arthur come base essenziale delle nostre lezioni di inglese. Shakespeare, come nativo dell'Italia è supposto per spiegare i molti luoghi italiani, i caratteri con i nomi italiani ed i tanti riferimenti ad essi nelle sue opere. È stato suggerito che realmente è nato a Messina, (e se anche gli inglesi, che hanno forte il senso del nazionalismo e dell'appartenenza, hanno fatto degli studi in tal senso, questa tesi sicuramente non è poi così folle come potrebbe sembrare) in Sicilia, come Michelangelo Florio Crollalanza. I suoi genitori non erano John Shakespeare e Mary Arden, ma erano Giovanni Florio, un medico e Guglielma Crollalanza, un nobildonna siciliana. Questo forse può spiegare i molti luoghi che caratterizzano l'Italia e i nomi italiani, come: Romeo e Giulietta - Otello - Due signori di Verona- Sogno Di una Notte Di Mezza Estate - Il mercante di Venezia - Molto rumore per nulla (ambientata a Messina) – La Bisbetica Domata - Misura per misura – Giulio Cesare - Il Racconto Dell'Inverno - La Tempesta.
Il Professore Iuvara ha pubblicato un Saggio dal titolo Shakespeare era italiano http://www.editorialeagora.it/rw/allegati/1.pdf
Di sito in sito, trafugato dalla scatola di Internet, durante la ricerca, affannosa ed amabile che cerca sempre nuovi spunti e nuovi desideri di sapere, troviamo che seri dubbi si pongono anche sulla attribuzione delle sue opere… <<A proposito della paternità della gran quantità di opere che gli sono attribuite, la World Book Enciclopedia dice: "Nessun importante studioso di Shakespeare dubita che sia lui l'autore dei drammi e delle poesie". Altri pero, sono di parere contrario. Perché questa divergenza di opinioni? Su di lui sono stati scritti un infinità di libri -molti dopo anni di pazienti ricerche- nel tentativo di risolvere un unico fondamentale, imbarazzante quesito:
William Shakespeare scrisse le opere che portano il suo nome?
Problemi fondamentali: I drammi di Shakespeare rivelano una straordinaria esperienza secolare. Aveva ad esempio una buona conoscenza della legge, e fece largo uso di termini e precedenti legali. Nel 1860 John Bucknill scriveva di lui dicendo che conosceva a fondo la medicina.(Medical Knowledge of Shakespeare). Lo stesso si può dire delle sue nozioni di caccia, falconeria e altri sport, come pure dell'etichetta di corte. Lo storico John Michell dice che era "lo scrittore che sapeva tutto". Nei drammi di Shakespeare si parla in cinque occasioni di naufragi, e l'uso di termini nautici fa pensare che lo scrittore fosse un esperto marinaio. Ma Shakespeare aveva viaggiato all'estero? Aveva servito nella marina? Ebbe una parte nella sconfitta dell'invincibile Armata spagnola nel 1588? Una qualsiasi di queste cose avvalorerebbe la paternità di Shakespeare, ma non esistono prove al riguardo. La situazione è simile in quanto alla padronanza di questioni militari e del linguaggio dei soldati di fanteria. Le citazioni bibliche hanno una parte importante nelle sue opere. Potrebbe averle imparate dalla madre, ma non ci sono prove che lei (quella inglese) sapesse leggere. La conoscenza della Bibbia introduce il problema dell'istruzione di Shakespeare.
Uomo di lettere? Il padre di William , John, (quello inglese) era un guantaio, commerciava in lana e forse faceva il macellaio. Era un cittadino rispettato, anche se illetterato. Non esistono registri degli alunni della scuola secondaria di Stratford.
Ma, aggiungo io, se fosse vera la teoria che vuole Shakespeare figlio di messinesi la cultura lì, in quella famiglia, era di casa poiché il padre Giovanni Florio era medico, e la madre Guglielma Crollalanza era una nobildonna sicuramente acculturata. Qui si innesca il dubbio sulla nascita di Shakesperare poiché se fosse nato e cresciuto nel disperso borgo di Stradford-upon-Avon le sue conoscenze non avrebbero potuto essere così vaste...
ma perché un anelito mi porta a sognare, forse perché sono messinese anch'io o forse perché un'interna parte di me lo intuisce?
Il drammaturgo Ben Jonson, amico di William, gli attribuiva "poca conoscenza del latino e meno del greco", forse ad indicare che la sua istruzione era rudimentale. Eppure lo scrittore dei drammi aveva un ottima conoscenza dei classici greci e latini, oltre alla letteratura -e forse della lingua- francese, italiana e spagnola. Aveva inoltre un vocabolario ricchissimo. Oggi un cittadino istruito raramente utilizza nella conversazione piu' di 4.000 vocaboli. John Milton, poeta inglese del XVII secolo, ne uso' circa 8.000 nelle sue opere, ma una fonte autorevole ne attribuisce a Shakespeare ben 21.000!
Libri e manoscritti: Tutti i possedimenti di Shakespeare sono elencati con cura nel suo testamento di tre pagine, ma in esso vi è alcuna menzione né di libri né di manoscritti! Vennero forse lasciati a Susanna la figlia maggiore? In tal caso sarebbero stati senz'altro divisi fra i discendenti di lei. Incuriosito da questo mistero, un religioso del XVIII secolo controllò tutte le biblioteche private nel raggio di 80 chilometri da Stratford-on-Avon senza trovare un solo non volume che fosse appartenuto a Shakespeare. I manoscritti dei drammi costituiscono un problema ancora maggiore: non risulta che sia stato preservato nessuno degli originali. Trentasei drammi furono pubblicati nel primo in-folio del 1623, sette anni dopo la morte di Shakespeare. Durante la sua vita comparvero diverse edizioni non autorizzate, ma Shakespeare, astuto uomo d'affari, non usò vie legali per impedirne la pubblicazione.
Londra e la fama: Le compagnie di attori itineranti erano una caratteristica dell'epoca elisabettiana e nel 1587 alcune si fermarono a Stratford-on-Avon. Se Shakespeare si fosse unito a loro, sarebbe arrivato a Londra nell'autunno di quell'anno. Sappiamo che entrò a far parte della principale compagnia teatrale di Londra: i Chamberlain's Men. Dopo il trasferimento nella capitale la sua sorte cambiò. Con gli anni acquistò proprietà a Londra e a Stratford-on-Avon. Purtroppo non c'é alcuna chiara testimonianza della sua attività dal 1583 al 1592: gli importanti "anni mancanti". Il teatro Globe fu costruito a Southwark nel 1599. Prima di allora drammi con il nome di Shakespeare erano noti a Londra, ciò nonostante non diventò mai famoso. Alla sua morte non ci fu un funerale imponente come per gli altri drammaturghi, quali Ben Jonson, e Francis Beaumont, che furono entrambi sepolti con una cerimonia sontuosa nell'abbazia di West-Minster a Londra.
Possibili Candidati: Il nome Shakespeare fu forse utilizzato invece al posto del nome del vero autore, o addirittura dei vari autori? Sono stati fatti più di 60 nomi, fra cui quello del drammaturgo Christopher Marlowe e di personaggi impensati quali il cardinale Wolsey, sir Walter Raleigh e persino la regina Elisabetta I. Quali di queste ipotesi merita maggior credito? Il primo candidato e' Francesco Bacone, che studiò all'università di Cambridge. Di tre anni maggiore di Shakespeare, diventò un noto avvocato e funzionario di corte nonché autore di molte opere letterarie. L'idea di attribuire a Francesco Bacone le opere di Shakespeare fu avanzata per la prima volta nel 1769, ma venne ignorata per quasi 80 anni. Nel 1885 si formò un’associazione per promuovere questa causa, e furono presentate molte prove. Per esempio, Bacone visse una trentina di chilometri a nord di Londra, vicino a Saint Albans, cittadina menzionata 15 volte nelle opere di Shakespeare, mentre il suo paese natale, Stratford-on-Avon, non e' menzionato mai. Roger Manners, quinto conte di Rutland, e William Stanley, sesto conte di Derby, hanno entrambi i loro sostenitori. Erano uomini colti e avevano una vasta esperienza della vita di corte. Ma perché sia l'uno che l'altro avrebbero nascosto la propria opera? Il prof. Pierre S. PorohovShikov, battendosi nel 1939 a favore del conte Rutland, disse: "I suoi primi scritti furono stampati anonimi, gli altri sotto uno pseudonimo semplicemente perché era disdicevole che un nobiluomo scrivesse per i comuni teatri". Alcuni hanno avanzato l'ipotesi che i drammi di Shakespeare fossero opera di un consorzio di scrittori, ciascuno dei quali dava il suo contributo. Oppure Shakespeare, essendo un attore provetto, avrebbe curato l'edizione e la messa in scena di drammi altrui? Di lui si diceva che mai 'cancellasse un rigo' dei sui manoscritti. Questo poteva avvenire solamente se curava l'edizione, apportando piccole modifiche a opere di altri autori che gli venivano sottoposte. Qual'e' la ragione principale per cui alcuni dubitavano che Shakespeare fosse l'autore? La Worl Book Encyclopedia osserva che la gente "rifiutava di credere che un attore di Stratford-on-Avon potesse averli scritti. La presunta origine campagnola di Shakespeare non corrispondeva all'immagine del genio che scrisse i drammi". E aggiunge che quasi tutti gli altri autori proposti "appartenevano alla nobiltà o alle classi alte". Quindi molti di coloro che mettevano in dubbio che Shakespeare ne fosse l'autore ritengono che "solo un uomo istruito, raffinato, di condizione sociale superiore poteva aver scritto i drammi". Ma, come si é già detto in questo articolo, molti studiosi importanti sono convinti che li abbia scritti Shakespeare.>>
Aggiungiamo che Shakespeare conosceva bene anche la storia romana e sapeva che Pompeo aveva soggiornato a Messina (parte storica):
Con le navi avute da Marco Antonio e con quelle varate nel porto Julio, nel luglio del 36 a.C., Ottaviano poté definitivamente dichiarare guerra a Sesto Pompeo. Il suo piano era quello di accerchiare in una morsa la Sicilia, da sempre base del nemico, e per farlo divise in tre parti il suo potenziale bellico, contando anche sugli eserciti di Lepido, proveniente dall’Africa, e di Statilio Tauro che scese da Taranto........
Alla sconfitta della flotta, fece seguito nel giro di pochi giorni anche quello delle truppe pompeiane intrappolate a Messina, che rimaste senza un capo e senza nessuna prospettiva di vincere, si arresero a Ottaviano.
....... In Italia, nel frattempo, Lepido che da tempo aveva ormai compreso di essere stato messo in minoranza nel triumvirato, volle giocarsi la possibilità di rimanere al potere con la carta della forza. Prese, allora con se le legioni di Sesto Pompeo arresesi a Messina, arrivando ad avere così, sotto il proprio comando un mastodontico esercito formato da oltre 100 mila uomini, molto diviso, però, tra rivalità e gelosie.
Così infatti ci racconta la storia che prendiamo dal seguento sito...
5.http://www.cronologia.it/storia/aavcr3htm
Egli (Pompeo) faceva assegnamento sui suoi legionari; questi invece erano malcontenti di lui perché aveva ammesso al bottino fatto in Sicilia anche le otto legioni di Pompeo datesi a lui a Messina. D'altra parte ai legionari di Pompeo non riusciva gradita l'idea di una nuova guerra. Le venti legioni quindi che Lepido aveva sotto il suo comando, divise da gelosie ed agitate da malumori, non costituivano una forza temibile.
http://www.cronologia.it/storia/aavcr36.htm
Il piano di Ottaviano era questo: Agrippa
doveva sbarcare a Tindari sulla costa settentrionale della Sicilia, il triumviro
doveva occupare Tauromenio, protetto nelle operazioni di sbarco da Statilio: Le
truppe sbarcate, congiuntesi, dovevano tagliare le comunicazioni di Pompeo, che
stava a Messina, con l'interno dell'isola.....
.....la battaglia decisiva fu combattuta il 3 settembre tra Mile e Nauloco.
Quasi pari erano le forze e per parecchio tempo incerto fu l'esito della lotta.
Quando questa cominciò a volgere in favore di Ottaviano, Sesto Pompeo con
diciassette navi abbandonò al nemico il resto della flotta e, recatosi a
Messina, prese con sè i tesori e la famiglia e si
diresse alla volta dell'Asia nella speranza di potere indurre Antonio ad
aiutarlo.
....Le navi pompeiane, rimaste prive di Pompeo e di Democare che si era ucciso,
furono sbaragliate; quelle che non andarono a picco si arresero e lo stesso
fecero le truppe di terra. Messina, assediata dalle
legioni di Emilio Lepido, capitolò....
Nella Commedia di Shakespeare "Antonio e Cleopatra"..... Pompeo conoscendo questi fatti storici parla della casa di Pompeo che è a Messina e proprio lì ambienta l'ATTO SECONDO - SCENA I -
Messina. In casa di Pompeo
Entrano POMPEO, MENECRATE e MENAS, in assetto di guerra
Sotto Antonio e Cleopatra scritto da William
http://www.rodoni.ch/busoni/bibliotechina/shakespeare/cleopatra2.html
La questione “omerica” shakespeariana si risolvera' presto?
Probabilmente no. A meno che non vengano alla luce nuove prove sotto forma di manoscritti originali o fatti che colmino gli anni mancanti, William Shakespeare, "questo massimo genio della letteratura". La sua nascita e la sua formazione sono destinati a rimanere un affascinante enigma. E noi continuiamo a sperare che sia davvero Michelangelo Floria Scrolla Lanza o Crollalancia e nell'attesa che una luce ci sveli e dia certezza al nostro desiderio, alla nostra apirazione, al nostro intuito, vi aggiungo il link dell'opera di Shakespeare ambientata a Messina con il titolo "Tanto Rumore per Nulla" - "MUCH ADO ABOUT NOTHING":
http://www.gregorys.it/poesie/willshake/rumor.htm
MOLTO RUMORE PER NULLA
PERSONAGGI
DON PEDRO, principe di Aragona
DON GIOVANNI, suo fratello naturale
BENEDETTO, giovine padovano
LIONATO, governatore di Messina
ANTONIO, suo fratello
BALDASSARRE, del seguito di Don Pedro
BORRACCIO, CORRADO: del seguito di Don Giovanni
FRATE FRANCESCO
SANGUINELLO, ufficiale della pace
AGRESTO, caporale rionale
UN CHIERICO
UN RAGAZZO
ERO, figlia di Lionato
BEATRICE, nipote di Lionato
ORSOLA, MARGHERITA: damigelle di compagnia di Ero
Messi, Musici, Guardie, alcuni Gentiluomini eccetera eccetera
La scena è a Messina
ATTO PRIMO
(Entrano LIONATO, ERO e BEATRICE con un Messo)
LIONATO: Apprendo da questa lettera che Don Pedro d'Aragona sarà stasera a Messina
MESSO: A quest'ora sarà vicinissimo: non era a tre leghe quando io l'ho lasciato.
…………………
Questa commedia pare derivi dall’archetipo “Troppu traficu ppi nnenti” testo attribuito a Messer Michele Agnolo Florio Crollalancia messinese, la cui traduzione fatta dal noto Andrea Camilleri viene portata in scena sui teatri nazionali curata dal regista Giuseppe Dipasquale. Ma Camilleri non è il traduttore della commedia di Shakespeare poichè l'originale di tale lavoro è scritto proprio in dialetto messinese, tuttalpiù rispolvera tale opera e la riporta in scena.
http://www.vigata.org/teatro/troppu_traficu_ppi_nenti.shtml e questa la rassegna stampa di quest'opera riscoperta a Catania nel 2000 e mai portata in scena nella sua vera patria: Messina http://www.vigata.org/rassegna_stampa/2000/Set_2000.shtml
La forza semplice del testo shakespeariano, scritto nel 1598, rivive, immutata e mai sorpassata, anche nella fedelissima trasposizione cinematografica di Kenneth Branagh (1993).
http://www.repubblica.it/trovacinema/scheda_film.jsp?idContent=120737
http://it.wikipedia.org/wiki/Molto_rumore_per_nulla_(film_1993)
In questa commedia degli equivoci scritta in dialetto messinese si possono riscontrare sono dei modi di dire, dei doppi sensi propri della parlata messinese, inoltre emerge quel particolarissimo carattere del messinese che ama complicarsi l'esistenza con gli equivoci.
Massimo Mastronardo