San Leone II

 Papa e Santo Messinese

3 LUGLIO SAN LEONE

         

Se durante la Messa ci stringiamo la mano e diciamo "Pace" lo dobbiamo a questo nostro Papa che istituì tale procedura durante il rito religioso. 

    Il 17 Agosto del 682 venne assunto al Pontificato nella Basilica di Santa Susanna un cardinale messinese, che prese il nome di Leone II. Salì al soglio pontificio dopo la morte di Agatone dopo quasi due anni di sede vacante.

Successe a Papa Agatone che  era stato rappresentato al sesto Concilio Ecumenico  (quello di Costantinopoli  del 680), dove venne posto l'anatema suPapa Onorio I per la sua posizione nella controversia Monotelita, come favoreggiatore dell'eresia; e Leone scrisse più di una volta in approvazione della decisione del Concilio e in condanna di Onorio, che egli considerava come uno che "profana proditione immaculatem fidem subvertare conatus est". Per il peso che hanno sulla questione dell'infallibilità papale, queste parole hanno provocato considerevole attenzione e dibattito, e si da importanza al fatto che nel testo in greco della lettera all'imperatore, in cui compare la frase di cui sopra, viene usata la più lieve espressione "subverti permisit" al posto di "subvertare conatus est".

Fu durante il pontificato di Leone che la dipendenza della sede di Ravenna da quella di Roma venne stabilita definitivamente per editto imperiale.

    Egli era uomo di grande dottrina, esperto nell'eloquenza e nelle lettere latine e greche. Aveva anche una grande sensibilità musicale. Queste le sue doti umane, ma antichi testi dicono che risplendesse anche nelle doti spirituali e morali, carissimo al popolo poichè sommamente caritatevole e aperto alle esigenze degli umili.

    E' narrato nel Liber Pontificalis che appunto <<era dotato di grande eloquenza, conosceva le lingue greca e latina e aveva un’attitudine notevole per il canto e la salmodia>>, tutto questo fa pensare che aveva come attività la direzione della Schola cantorum al Laterano da egli stesso ideata.

    Leone fu consacrato papa nell’agosto 682, ben diciotto mesi dopo la sua elezione, perché un poco prima l’imperatore d’Oriente Costantino IV Pogonato, aveva ripristinato l’antica norma di trasmettere a Bisanzio gli atti relativi all’elezione del papa per averne l’approvazione e quindi il permesso imperiale alla consacrazione; inoltre a Costantinopoli in quei mesi si celebrava il VI Concilio Ecumenico, quindi i vescovi completarono l’Assise, così ritornati a Roma sottoposero a Leone II i risultati del Concilio e l’approvazione per lui da parte dell’imperatore. Questo papa cercò di affermare la supremazia papale contro i continui tentativi dei patriarchi di Costantinopoli di liberarsi dalla dipendenza da Roma.

    Già con questi atti conciliari papa Leone II dovette affrontare il primo problema, infatti essi nel condannare il monotelismo, coinvolsero fra gli eretici anche il papa di Roma antica, Onorio. Leone II non potendo mettere in pericolo la pace religiosa che si era instaurata fra la Chiesa e l’Impero, approvò le delibere conciliari, specificando però che papa Onorio era stato  imprevidente, ma che non poteva essere annoverato fra gli eretici. Questa eresia sorse nel secolo VII nella Chiesa Bizantina, essa pur riconoscendo le due nature di Cristo, affermava però che in Lui la volontà divina predominava su quella umana. Purtroppo gli Atti conclusivi del Concilio contenevano in chiusura un indirizzo di omaggio all’imperatore Costantino IV, il quale era presentato come collaboratore immediato di Dio, cioè esecutore diretto della volontà divina in concorrenza quindi con il Papa e anche indipendente da lui, inoltre l’imperatore nella sua lettera, scrive al papa quasi da superiore ad inferiore, rivendicando a sé il merito del ristabilimento della fede. In tutto ciò s’intravedevano già i segni di futuri scontri fra Bisanzio e Roma che Leone cercò di conciliare e mediare, ma che esplosero nel decennio seguente.

Questa la lettera che Papa Leone II scrisse a Costantino IV:

O Santa Madre Chiesa, alzati, getta via la tua veste di dolore e copriti con l’abito della gioia ! Vedi che giunge tuo figlio, il più valoroso dei principi, il signore che ti protegge e ti difende. Non aver più paura ! Egli si è armato della spada della parola divina, con cui separa i fedeli dagl’infedeli; egli ha indossato la corazza della fede e l’elmo della salvezza, la speranza. Guardalo, il tuo eroe guerriero, il nuovo Davide, non il re di un popolo giudeo, ma il principe pio del popolo cristiano, nella veste purpurea del nazareno. Egli ha sconfitto Golia. Accorrete, voi Chiese di Cristo, voi vescovi con i popoli tutti che sono sulla terra, cantate con voce potente: ha vinto il nuovo Davide, il più valoroso fra tutti i successori d’Augusto. Giubila, Santa Madre Chiesa, in libertà sicura. Cristo, il tuo re vincitore ha destato un imperatore fedele, un signore che ti protegge. Respirino le Chiese di Cristo in nuova libertà. Il favore imperiale ti colma della sua protezione principesca, ti sta attorno come un baluardo; la sua bontà sublime fa loro questa promessa con le parole del Signore e imitando Cristo stesso: - Vedi, io sono con Voi sino alla fine del mondo – “.
 

    Altro grave problema che San Leone papa dovette affrontare, fu il rifiuto che la Chiesa di Ravenna da qualche tempo, opponeva all’obbedienza al romano pontefice e quindi era divenuta scismatica, con il sostegno dell’imperatore bizantino, che nel 666 aveva dichiarata Ravenna indipendente dal vescovo di Roma. Con l’arcivescovo ravennate Teodoro, si addivenne ad un accordo, in cui la supremazia di Roma era riconosciuta e che ogni futuro arcivescovo avrebbe ricevuto la consacrazione dalle mani del Papa a Roma, a Teodoro e ai suoi successori venivano concesse esenzioni di tasse relative alla carica ricevuta.

    Sotto il suo pur breve pontificato riuscì a restaurare due chiese: S. Bibiana e S. Giorgio al Velabro. Situata dietro l'arco di Giano, quest'ultima chiesa, per quanto restaurata più volte fino agli inizi del nostro secolo, ha mantenuto sempre quella semplice struttura datale da Leone II. Nella chiesa di santa Bibiana fece trasferire i corpi dei santi martiri Simplicio, Faustino e Beatrice, che erano sepolti lungo la via di Porto. Celebrò con grande pompa esterna le funzioni religiose, affinché i fedeli fossero sempre più consapevoli della maestà di Dio.

Fatto importantissimo di questo papa è l'istituzione dell’aspersione dell’acqua benedetta sul popolo nei riti cristiani e  e il bacio di pace nella Messa.

    Morì il 3 luglio 683 e fu sepolto in S. Pietro, giorno nel quale si festeggia il grande Santo Messinese; ma stranamente data mai ricordata dalla sua città natale. Intorno al 1100, le sue reliquie insieme a quelle dei suoi successori Leone III e IV, furono poste vicino a quelle di S. Leone I Magno. Quando fu eretta la nuova basilica di S. Pietro, le reliquie dei papi Leone I, II, III e IV, furono trasportate, il 27 maggio 1607, sotto l’altare di S. Maria de Columna alla presenza di papa Paolo V, che ne aveva effettuato una ricognizione.

    E' ricordato come  persona colta, mite, affabile e generosa. Nato in Sicilia a Messina, da  molti messinesi neppure ricordato e soprattutto non festeggiato. San Leone è nello stuolo dei Santi nei quali  la forza della virtù e le doti spirituali sono note solamente a Dio e obliate dagli uomini.

    Da lui trasse cognome l'antica e nobile gens dei "Papaleone", le cui abitazioni si trovavano presso l'antica via Monasteri e vicino l'attuale Teatro Vittorio Emanuele.

    Il pontificato di questo papa durò appena un anno e venne poi dalla Chiesa santificato. Messina per ricordarlo gli dedicò nel 1623 una delle 18 porte dell'antica Palazzata e precisamente quella che dalla marina conduceva al Pozzoleone, la quale per questo motivo fu detta Porta Leonina. Ancora oggi la città ricorda questo Papa dedicandogli un quartiere, il più vasto e popoloso, e precisamente il IX detto appunto S. Leone.

                                                                                Massimo Mastronardo

 

Santi Messinesi

Home Page