LA PALAZZATA
Antiche stampe che riproducono la Palazzata
La Palazzata sicuramente non è nella nostra memoria, ma di essa abbiamo sentito sempre raccontare. Era una delle meraviglie di Messina ed era la prima opera monumentale che i naviganti scorgevano arrivando in città. Ma se di essa ci sono rimaste vecchie stampe che la rappresentano, non tutti noi ne conosciamo la storia e i fatti che portarono alla sua doppia edificazione…
…Correva l’anno di grazia 1621, era il 17 luglio quando giunse in Messina il Principe Filiberto di Savoia con una flotta di 30 galere, delle quali era anche comandante. In città fu ricevuto con tutti gli onori che competevano al suo rango. Egli fu nominato di lì a poco Viceré di Sicilia, proprio mentre soggiornava nella nostra città, e per lui ci furono feste magnifiche e solenni. Questo principe, incantato non solo dalle bellezze della riviera peloritana, ma dal suo clima salubre e magico e soprattutto dalla laboriosità e dalla ospitalità dei suoi abitanti, fece a Messina lunga dimora, come narrano le cronache dell’epoca, e soprattutto divenne ben presto l’idolo dei cittadini per il suo fare liberale, progressista, riformatore e il suo mecenatismo. All’amore del popolo egli corrispose con eguale affetto e rispetto, e per dargli segno tangibile della sua benevolenza ordinò che fosse cominciata la costruzione di una grande Palizzata lungo il porto, di fronte al braccio di San Raineri.
A questa imponente e magnifica opera fu dato inizio il 27 agosto 1622. Alla cerimonia solenne della prima pietra intervennero le autorità dell’epoca: Arcivescovo, Senato e le più alte cariche cittadine oltre che una folla entusiasta. Lo stesso Principe murò di suo mano la prima pietra ponendovi accanto una cassetta con alcune monete per buon augurio e prosperità alla città.
Dobbiamo registrare comunque che gli architetti e gli artisti messinesi già dal 1612 avevano dato inizio nella zona prospiciente il mare alla costruzione di diverse porte con bellissimo disegno, ma esse risultavano slegate e senza armonia prospettica finché furono inserite nel più ampio piano architettonico della Palazzata. Questa prima costruzione vide però la sua fine e distruzione con il catastrofico terremoto del 5 febbraio 1783.
In fase di ricostruzione della città i messinesi premevano perché in quel magnifico e stupendo anfiteatro marittimo fosse riedificata una nuova Palazzata più bella e sontuosa della precedente.
Innanzitutto per permettere la costruzione dell’opera bisognava ampliare e ricostruire l’antica strada dei Banchi (oggi via Garibaldi), per la qual cosa il governo cittadino mandò a Napoli, in qualità di commissario, il capitano del genio Francesco La Vega, il quale dopo avere esaminato l’analogo progetto dell’Architetto Gian Francesco Arena, pose mano in prima persona a delineare la nuova strada che doveva ricevere poi il nome di Via Ferdinandea in onore del Re Ferdinando. Unitamente alla strada disegnò il prospetto e la curva della Nuova Palizzata. L’esecuzione di questo progetto incontrò vari ostacoli e per questo altri 5 studi vennero elaborati in collaborazione dagli Architetti Faustini, Basile, Antonio Tardì, lo stesso Arena e l’abate Giacomo Minutoli. Nessuno però ebbe il placet di esecuzione.
Trascorsero 8 anni dal fatidico terremoto del 1783 e nel 1791 fu elaborato un nuovo ennesimo progetto, per incarico del Senato, dal Minutoli. Finalmente questo riscosse i consensi di tutti.
Nel 1801 la Giunta Legale stabiliva che avessero inizio i lavori . Man mano che avanzavano i manufatti si ergeva in tutta la sua maestosità questa nuova fabbrica.
Ben 36 erano le porte e su 13 si ergevano maestosi ornamenti per questo queste ebbero il nome di “Porte Principali” per distinguerle dalle rimanenti 23 dette “Porte Secondarie”. Nel corso dell’opera altre modifiche furono apportate al progetto principale per ordine del maggiore Francesco Sicuro.
Nel 1809 la Palazzata cominciò a ridisegnare e incorniciare maestosamente la città di Messina fino al devastente e distruttivo terremoto del 1908.
Stampa che riproduce la visuale della Palazzata di fronte la Statua del Nettuno
Palazzata e statua del Nettuno prima del terremoto del 1908