Le 3 G di Filippo Juvara:
Il Gigante, Il Grande, il Genio...
Filippo Juvara
(1678,Messina-, 1736.Madrid)
Nacque nella bella e fervida
Messina il 16 giugno del 1678, da una famiglia umile di argentieri e cesellatori,
nel periodo della rivolta antispagnola proprio quando Messina si
vide scippare letteralmente dalla Spagna tutti i suoi privilegi e
il potere supremo di Prima, Antica e Nobile Città capitale della Sicilia. Già da bambino
si dimostra portato per il disegno, manifestando sin da subito una spiccata
attitudine per le belle arti. Come artista, appunto Filippo Juvara, giovinetto,
esordì nella bottega di oro e argento del padre in qualità di cesellatore,
imponendosi all’attenzione critica dei maestri nel 1701,
dove creò e incise in 8 strepitose tavole, gli apparati per le feste dell’incoronazione di
Filippo V. La sua vocazione, oltre a quella
artistica, fu anche quella religiosa, infatti negli anni dell'adolescenza
Filippo decise di
intraprendere gli studi ecclesiastici e di vestire l'abito sacerdotale entrando a far parte della congregazione dei Filippini. Ma la sua chiamata alle
belle arti si fa sempre più forte, intensa ed irresistibile e nel
1703 all'età di 25 anni si reca a
Roma, dove aiutato da Carlo
Fontana(che ne farà di lui uno degli architetti
più importanti dell'intero panorama settecentesco e della tradizione barocca) imparò con passione e dedizione (grazie soprattutto al suo intuito e alla sua
genialità) le
architetture antiche ma anche quelle di
Michelangelo,
Bernini,
Borromini,
Pietro da Cortona e
Andrea Pozzo.
Nel 1705 ottenne un
clamoroso successo al concorso di disegno architettonico dell'Accademia
di San Luca, dove progettò
le scene per le esequie
dell’Imperatore
Leopoldo I d'Austria, che segnarono l'inizio della sua attività indipendente,
diventò grazie a questo meritatissimo successo membro dell'Accademia Clementina.
All'Accademia di San Luca, appunto, iniziò a svolgere lezioni di geometria,
topografia e composizione. Impiegato
all'inizio come architetto teatrale dal cardinale
Pietro Ottoboni (nipote di
Alessandro VIII e uno dei più importanti mecenati dell'epoca),
nel 1708 operò anche come scenografo al servizio della
Regina Maria Casimira di Polonia in palazzo Zuccari. Nel
1709 invece
viene nominato cappellano della corte cardinalizia e si trasferisce al palazzo
della Cancelleria vaticana. Successivamente
sempre all'Accademia di San Luca insegna Prospettiva. Ma nonostante queste prime
piccole grandi imprese, Juvara faticò non poco a trovarsi grandi commissioni a
Roma; ai primi anni
laziali è databile, infatti, il solo rimodernamento del Teatro Capranica;
la realizzazione del Teatro Ottoboni
nel palazzo della Cancelleria vaticana poi
demolito e la piccola Cappella Antamoro a
San Gerolamo della Carità (1708-1710),
ornata da una statua di
San Filippo Neri di
Pierre Legros. Agli anni successivi risalgono
alcuni edifici progettati per
Lucca, come il
Palazzo della Repubblica o Palazzo Ducale e alcune ville del contado
toscano (villa Garzoni a
Collodi - Il Parco di Pinocchio - e
villa Mansi a
Segromigno). Conclusosi il soggiorno
romano, il grande sacerdote-artista fece ritorno nella sua
Messina e qui conobbe il
Duca di Savoia,
Vittorio Amodeo, che nel mentre era divenuto Re di
Sicilia. Quest'ultimo lo incaricò di costruirgli un palazzo
reale alla marina di Messina.
E quel disegno al Re gli parve così eccellente che lo nominò suo
Primo
Architetto, con uno stipendio pari a 3.500 lire dell'epoca. Cioè con un salario
simile a quello di un giocatore di calcio al giorno d'oggi. Vittorio
Amodeo dunque affascinato dal potere architettonico e pittorico strabiliante di Juvara lo portò con se a Torino
il 15 dicembre 1714 e lo nominò
Abate di Selve con la rendita
annua di
5000 lire. La città più importante del Piemonte, infatti vanta tutt'oggi, numerose
opere del più grande architetto settecentesco, fra cui Palazzo Madama
e il suo scalone monumentale; l'altra
meravigliosa rampa chiamata la
scala a forbice, unica nel suo genere del
Palazzo Reale di Torino; la chiesa di S.Carlo
e Santa Cristina che hanno reso piazza
S.Carlo uno dei larghi più belli di tutta l'Europa; la
chiesa di S.Teresa del Monte Carmelo; il
Palazzo di Stupinigi;
il Palazzo di Birago di Borgaro, oggi sede
della camera e commercio di Torino;
il palazzo del Senato Sabaudo, oggi chiamato
Palazzo di Città(ufficio
fino a qualche anno fa del Tribunale di Torino, oggi trasferitosi nella
nuova cittadella giudiziaria), edificio che doveva essere destinato
ad ospitare le Magistrature del Senato e la Camera dei Conti
del Regno d'Italia; poi troviamo, la chiesa Votiva di Re Vittorio sul colle di
Superga; la Villa della Regina; il
Palazzo
dell'Università sede degli Studi Universitari di Torino; la contrada e
la Piazza di Porta Palazzo; il
Palazzo Roaro di Guarene;
il Palazzo Martini Cigala; gli
Archivi di Corte che sono oggi residenza dell'
Archivio di Stato di Torino, la Chiesa di
San Filippo Neri; la Chiesa del Carmine,
che ha il sito nell'omonima strada; una cappella
ellittica nel Santuario della Consolata
costruito da Guarino Guarini; l'interno e le
decorazioni della Chiesa della Santissima Trinità;
la Chiesa del Castello di Redabue, vicino
Alessandria; l'altare sontuoso
e pregevole per la chiesa di S.Maria Assunta di Pinasca
alle porte di Torino e tantissime
altre opere.
Tra gli edifici civili vanno ricordati i grandiosi disegni per una vera e
propria corona di regge che circondava la capitale e tra questi il
Castello di
Rivoli e
la Reggia di Venaria furono in gran parte realizzati.
Ma torniamo alla cronologia della magnifica storia della sua vita, il
13 giugno
del 1716 il conte Augusto Renato dopo
aver conquistato il terreno nell'antica Contrada degli Angeli, l'attuale via
Carlo Alberto a Torino, decide di scegliere
come architetto della sua residenza proprio Filippo Juvarra. Nel
1719 l'architetto supremo del barocco si ritrovò a lavorare,
con grandi onori, contemporaneamente
per la Basilica di Superga a Torino e a Lisbona
per Il Re del Portogallo
Giovanni V nella capitale portoghese aveva il compito di
sovrintendere alla progettazione della Chiesa Patriarcale
e del
Palazzo Reale, entrambi i manufatti non
furono però realizzate in Toto, perchè troppo costose, ebbe comunque lo stesso
dal sovrano lusitano una ricompensa eccellente di
15.000 lire annue ed inoltre venne insignito della onorificenza di
Cavaliere del Portogallo.
Gli incarichi dunque come detto, fortunatamente, non mancavano ed il Grande Genio
si ritrovò nel 1724 a dover gestire le più
importanti imprese di opere pubbliche del tempo simultaneamente i Savoia da un lato e la
prestigiosa fabbrica di S.Pietro in Roma dall'altro, qui succedette come
Architetto a Domenico Fontana. Qualche anno dopo il Genio nella sua
seconda città,
Torino
allestì gli apparati funebri per
Giovanna Battista di Savoia nel
1724,
per
Anna d'Orléans
nel
1728
e per lo stesso
Vittorio Amedeo II di Savoia
nel
1732.
Filippo in quegli anni fu anche a Londra e a
Parigi, dove eseguì diverse opere lasciando
il segno anche nelle altre due capitali europee.
Ritornato in Italia innalzò a Mantova nel 1732 la
Cupola di S.Andrea,
a completamento di una delle opere più importanti di
Leon Battista Alberti uno dei massimi architetti ed umanisti del
Rinascimento. La cupola riprende, nei quattro piloni diagonali a
Croce di Sant'Andrea, l'impianto di quella di
Sant'Andrea delle Fratte di
Borromini,
riportato però in forme molto più grandiose.
Nel
1733
fu decisa la costruzione di un nuovo teatro a
Torino,
che sarebbe stato il futuro
Teatro Regio,
e
Juvarra
ottenne l'appalto: tutta la sua progettazione, al giorno d‘oggi perduta, fu
certamente impiegata successivamente da
Benedetto Alfieri,
che ultimò i lavori dopo la morte di
Juvarra.
Lavorò inoltre nell'intervento di abbellimento e di rimodernamento della
Villa
della Regina Anna Maria D'Orleans
sempre a Torino.
Juvarra come lo chiamavano in
molti a Torino ed altri in terra straniera e Peppinu Juvara con una sola "R" come
lo chiamavano invece i suoi concittadini nella sua bella Messina, fu tra i
primissimi a tentare le vie di una scenografia più naturale e suggestiva,
nell'intento di proporre un'alternativa all'architettura scenica,
prevalente nel primo Settecento
che era al contrario
fondamentalmente simmetrica. Distante da illusionismi virtuosistici,
Juvarra
caratterizzò le sue scene con un abilissimo gioco di chiaro-scuri, che permise
alle strutture architettoniche di inserirsi liberamente in una visuale
squisitamente "fantastica". La raffinatezza e l'eleganza, unita ad una ben
poderosa capacità di unire l' intonazione luminosa degli spazi, si possono
ancora oggi individuare nei meravigliosi, quanto mai rari, disegni per il
Teatro Capranica a Roma,
dove il palcoscenico acquista una maggiore vastità ed una più ampia profondità
che regalano al concetto concreto di spazio-tempo un'armonia più simile a quella
divina che umana.
Avaro di soddisfazioni fu anche il
secondo soggiorno
romano quello del 1735. La facciata
di
San Giovanni in Laterano, per cui
Juvarra aveva preparato alcuni "schizzi" e
disegni a mano libera, venne successivamente costruita da
Alessandro Galilei (1735),
dopo un concorso che vide primeggiare quest'ultimo, per essere conterranneo del
Papa
fiorentino
Clemente XII, su altri architetti
del calibro di
Luigi Vanvitelli,
Nicola
Salvi, autore della
Fontana di Trevi,
Ferdinando Fuga, e
Ludovico Rusconi Sassi
(come dire Moggiopoli c'era anche allora e nulla è cambiato).
Juvarra dopo essere stato seccamente escluso, fu invitato a partecipare al
confronto solo come giudice. Tra i suoi grandiosi progetti, sempre a Roma, vi fu
il grandioso
palazzo dei
conclavi, ma anche questa importante opera
capitolina non trovò la vita attraverso la via della realizzazione. Un'altra cupola lombarda di
Juvarra è
quella del Duomo di
Como (1731). In
Lombardia il gigante progettò anche un monumentale altare maggiore per il
santuario di
Caravaggio (non eseguito e sostituito da un progetto più dimesso del
milanese
Carlo Giuseppe Merlo) e l'altare dei
Ss. Fermo, Rustico e Procolo nel Duomo
di
Bergamo.
Dopodichè Eresse a Milano la facciata della famosissima Chiesa di S.Ambrogio
famoso
patrono della città meneghina e maestro di S.Agostino. Ma uno degli incarichi più affascinanti dell'epoca,
Juvarra lo ricevette dal Re di Spagna Filippo V, nel
1735, dopo che il
Palazzo Reale di
Madrid subì un disastroso incendio. Lui ne era davvero entusiasta di questo
grossissimo progetto,
un po' come se oggi chiamassero un messinese a giocare nel Real Madrid dei
galattici...ma
mentre aveva quasi ultimato i disegni della meravigliosa struttura, una delle
più belle che aveva davvero mai realizzato, fu colto da una febbre mortale che lo uccise
ancora nel pieno delle sue forze, aveva infatti solo 50 anni, era il
31 gennaio
del 1736, quando
morì a Madrid in seguito ad una
polmonite.
Nella stessa capitale spagnola venne sepolto e precisamente nella chiesa
parrocchiale di San Martin y del Sacramento,
annessa al convento di Portacoeli.
Il progetto juvarriano, fu realizzato
comunque; dal suo assistente il fido
Giovanni Battista Sacchetti
che al contrario di quanto in passato fecero molti suoi colleghi più
invidiosi, con un grande gesto di lealtà, al termine
dell'opera firmò l'esecuzione del Palazzo Reale sotto il nome di Juvara prima, Sacchetti dopo.
Nonostante quella morte improvvisa, il grande Genio c'era riuscito, aveva realizzato l'opera della sua vita, il suo sogno, il maestosissimo Palazzo Reale di Madrid. Il palazzo che venne innalzato modificava però alcune parti dell'impianto del primo progetto, riducendolo ad un palazzo di pianta quasi quadrata privo delle vastissime ali laterali che avrebbero dovuto dilatarsi espandendosi nell'area dei giardini. In Spagna Juvarra aveva anche fornito numerosi disegni per la costruzione del Palazzo Reale della Granja de San Idelfonso, sempre nei pressi di Madrid, ed anche questa meravigliosa reggia venne successivamente realizzata. Egli fu anche mirabile scenografo, e divenne tanto famoso per le sue opere originali e strabilianti, che ricevette quindi numerosi incarichi, come già detto sopra, presso le più importanti corti europee, insomma fu l'architetto più ricercato del tempo. Nei suoi disegni oltre alla semplice rappresentazione architettonica si nota una efficace e suggestiva sintesi pittorica. Come dire fu il Ronaldinho, il Beckham o il Leo Messi di quei tempi!
Della serie, ecco una chicca tutta messinese: forse quasi nessuno sa che 30 anni dopo la morte di juvarra il re vittorio amodeo iii commissiono' i nuovi lavori per la cripta funeraria dei savoia, presso la basilica di superga. bene tale opera fu eseguita dal nipote di filippo, il messinese francesco martinez.....
francesco martinez: grandissimo architetto degno nipote dello juvarra, eGLI INOLTRE realizzò diverse opere importanti tra cui la chiesa parrocchiale datata 1774, nel piccolo centro piemontese di albiano d'ivrea, i lavori di completamento del castello reale a moncalieri e la chiesa della santissima annunziata sempre a torino,
Per Altre informazioni:
http://www.archinfo.it/home.php?_idnodo=1938&PHPSESSID=76cfb2f4728a1fbaf7e97103c9282598
A Messina è intitolata la vecchia Piazza Ottagona tra il V.le Garibaldi e la Via Fata Morgana.
Le foto del Genio...
Altare S.Maria dell'Assunta (Pinasca) |
Altare S.Maria dell'Assunta (Pinasca) |
Frontale della Chiesa di S.Ambrogio (Milano) |
Cappella Antanamoto in S.Gerolamo della carità (Roma) |
Cappella Antanamoto in S.Gerolamo della carità (Roma) |
Chiesa del Carmine (Torino)
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Interno della Chiesa del Carmine (Torino) |
Soffitto della Chiesa del Carmine (Torino)
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Castello di Rivoli (Torino) |
Castello di Rivoli (Torino) |
Castello di Rivoli (Torino)
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Castello di Rivoli (Torino)
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