03 Ottobre 2005 TCF Tg ore 13.45
FRANCO SCOGLIO
Franco Scoglio ieri sera purtroppo, ha lasciato il calcio e la sua gente, questo sport perde così uno degli ultimi veri uomini, quelli di poche parole, ma vere e intense. E’ deceduto mentre si trovava negli studi dell'emittente televisiva privata Primo Canale, dov'era ospite della trasmissione Gradinata nord. Scoglio si e' sentito male mentre al telefono discuteva animatamente con il presidente dei rossoblu preziosi. Il 118 è arrivato subito sul luogo ed ha tentato tutto il possibile per rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare.
Franco Scoglio….
Li chiamava Bastardi, i suoi ragazzi che voleva bene come un padre, con quel suo tono pacato aveva sempre una risposta a tutto, anche quando restava in silenzio e non proferiva una parola, tutti lo capivano, tutti lo ascoltavano come se fosse un guru, un capo tribù, il vangelo del calcio disceso dall’alto. Il Professore, lo psicologo della palla pentagonale, prese un piccolo come Totò Schillaci un picciotto palermitano ancora sgraziato, ma con il talento nel sangue e gli disse, tu sei meglio di Pelè, così soleva caricare i calciatori che meticolosamente allenava. Nacque in un isola delle Eolie, Lipari, dove il Dio del vento che lì era di casa, il buon Eolo, lo plasmò a sua immagine e somiglianza regalandogli il dono della capacità interpretativa e orale. Era il 2 maggio 1941, e come dichiarava lui: Sono nato poverissimo, a Lipari dormivo su un letto di pietra pomice con sopra la paglia e mangiavo pane e cipolle, all’età di 31 anni nel 1972 inizio la sua prima avventura di allenatore, guardacaso proprio nelle giovanili di una squadra nemica ai giallorossi la Reggina, che comunque porterà nel cuore oltre ogni sterile campanilismo, allenerà poi la gioiese, l’akragas, per poi nell’ 84 tornare a Messina dove lui plasmo una creatura meravigliosa, traghetterà così il Messina dalla serie C alla B e da qui lo condurrà fino alle porte della serie A, facendo ammattire qualsiasi squadrone si poneva dinnanzi a lui. Era Magico, di un altro pianeta, toccava altre dimensioni la sua sottile intelligenza, insegnava a tutti cos’era la vita e quella palla che rotolava sull’erbetta e così 11 uomini che non erano dei grandi campioni, grazie a lui esaltavano tutto il loro potenziale, facendo sfracelli e giocate impensabili. Allenò anche il genoa la sua seconda casa dopo Messina, nel capoluogo ligure, quando sentono pronunciare il nome Franco Scoglio, iniziano a scatenarsi raccontando aneddoti e con i brividi sulla schiena vedi i genovesi commuoversi perché per loro è stato l’allenatore per eccellenza quello con la A maiuscola. Qui tocca la cuspide della sua parabola, poi inizierà una fase discendente, ma non per questo emotivamente meno intesa e bella. Dal 1990 al ‘98, non riuscirà a sedersi su una panchina per più di mezza stagione, prima il Bologna, poi l’udinese, la lucchese, il pescara, nuovamente il Genoa, il Torino, il Cosenza e infine l’ancona. Ma poi cambia qualcosa nella sua vita, il calcio italiano non parla più il suo linguaggio sopraffine, mai banale e superficiale ed allora è costretto a navigare all’estero, dove con la nazionale prima Tunisina e poi quella Libica riuscirà a conquistare risultati insperati fino ad allora per il calcio di quei luoghi, dove giocare a pallone significava semplicemente andare dietro ad una sfera per poi dargli un calcio. Diventa così conosciuto il tutto il mondo, parlano di lui tutte le testate internazionali più blasonate e quando la gente sente pronunciare il nome di Scoglio si inginocchia come se fosse quasi un Dio Sacro, forse figlio di quello stesso Eolo che diede origine alla sua isola natia. Mito, leggenda e Storia si intersecano nella vita di tutti i giorni e le più grandi televisioni nazionali fanno a gara per comprare le sue notevoli ed elevate opinioni calcistiche e non. Dopo la parentesi tunisina torna a genoa in crisi di risultati, e lui per quel suo ancestrale amore nei riguardi dei genovesi si dimette da ct della squadra nordafricana per riprendere le sorti dei rossoblu nelle ultime 16 giornate di campionato e con la sua classe cristallina li condurrà fino alla salvezza. L’ultima panchina dove prenderà posto sarà quella del Napoli nel 2002, una città ed una squadra che il tecnico messinese aveva sempre sognato di allenare almeno una volta nella sua vita. Poi di ritorno a Messina un grande incarico la cattedra all’università di Messina, a detta dei suoi ragazzi il divertimento con lui era assicurato durante le lezioni di Teoria, Tecnica e didattica del calcio per il corso di laurea in Scienze Sportive e Motorie. Professore, non ci sono parole per poterti descrive, ma tu da lassù saprai ancora insegnare la tua dottrina, allenerai nei campi in erba del paradiso, e forse stavolta il Padreterno riconoscendo il tuo modo di parlare, forse più simile a quello dei suoi luoghi, ti terrà a vita nella panchina della nazionale del suo Regno. Addio Franco…un’altra stella che si aggiunge nel costellatissimo cielo giallorosso.
Massimo Mastronardo
15 MAGGIO 2005
Lettera al mio Messina...
Questa società deve molto al mio Messina, io devo molto al mio Messina perché mi
ha salvato la vita in una brutta circostanza che non auguro a nessuno, neanche
al mio peggior nemico... a causa di una complicanza prima dell' operazione
difficile da superare.
QUALCUNO non voleva il Messina in A perché addormentava le coscienze! Vi
griderei bastardi... ed invece questo è il Messina che salva la gente
negli ospedali, quando hanno paura di morire perché qualcosa nell'intervento non
è andato per il meglio... ho capito che è l'unica ancora di salvezza per chi
cerca disperatamente qualcosa in cui credere, e quest'anno con il mio lavoro
ne ho conosciuti molti. Per tutta quella gente e quelle persone che sono
tagliate fuori da molti circuiti della città, per tutta quella gente che non ha
amici o non ha una ragazza o non riesce a ritagliarsi uno spazio nella propria
vita per cause esterne, di forza maggiore o superiori alla sua volontà, per
tutte quelle persone che si sentono sole come alcuni giovani o molti anziani,
per tutte quelle persone che sono in carcere, per tutte quelle persone che per
il loro essere troppo buoni o bonaccioni non riescono a ridere perché tutti si
prendono gioco di loro ingiustamente ed in modo cattivo, per tutti quei ragazzi
che girano a vuoto perché sono disperati ed hanno solo il Messina la domenica,
per tutti quelli che tirano di eroina perché i genitori pensano solo a farsi le
vacanze, a giocare a bridge e a poker o a farsi l'amante o le amanti di turno,
per tutte quelle famiglie che arrivano a stento o non ci arrivano alla fine del
mese, ma vanno al campo e si sentono i padroni di Messina e del mondo, per tutte
quelle famiglie dove invece i padri sono costretti a rubare perché non riescono
a trovare un lavoro e soffrono perché non vorrebbero rubare e poi la domenica
vanno allo stadio e per un giorno si sentono ricchi, per tutte quelle famiglie
che grazie all'amore verso questa squadra la domenica invece di litigare per la
solita routine a casa, vanno tutti insieme allo stadio e gridando, ridendo,
soffrendo e gioiendo per una cosa che hanno in comune salvano il loro matrimonio
legando ancora di più... il Messina per tutte queste persone cioè tutta la
nostra comunità, quella vera, che vive, ama e soffre giorno dopo giorno è
l'unica valvola di sfogo, il posto dove ricorrere in caso di panico, la gioia
più grande di una collettività che arranca, la luce sopra il buio, la vita sopra
l'ombra, la quiete sopra la tempesta, l'amore sopra la paura, la serenità sopra
l'angoscia.
GRAZIE MESSINA SEI LA NOSTRA STELLA, LA NOSTRA LUCE, LA NOSTRA SALVEZZA....
MESSINA SEI NOI E NOI SIAMO TE ED INSIEME POSSIAMO SALVARCI TUTTI....GRAZIE
ANCORA da UN FIGLIO CHE TI AMA DA IMPAZZIRE...
Ho dimenticato solo una categoria di persone...
Per tutta quella gente che è lontana e che grazie al Messina si sente più vicina
a casa e si riempie d'orgoglio perché la sua terra, la terra che ha
lasciato è "supra a bucca i tutti ... " e questa volta con orgoglio!
Grazie Messina...Grazie!
Massimo Mastronardo
Messina 09 giugno 2005 dopo la partita Nazionale: 1-1 con la Serbia
Carmine il ragazzo venuto dal Cielo
Lo davano per finito nelle altre stazioni calcistiche del bel paese dopo l’infortunio, le grandi firme lo etichettavano un buon giocatore di serie C, ma Carmine Coppola come al solito ha sovvertito qualsiasi giudizio, pregiudizio e convinzione dei grandi soloni del calcio. L’Italia ieri sera allo Skydome di Toronto sembrava il Messina dei miracoli, tutto cuore, grinta e spirito combattivo, quasi come se Carmine ed il suo grande carisma fossero entrati di prepotenza positiva anche in quell’abulico gruppo azzurro fatto di prime donne, capricci, vizi e soldi facili. Coppola non ha messo solo trans agonistica nel terreno di Toronto contro la Serbia, ma ha espresso anche grandi geometrie e superlativo senso della posizione in campo da eccellente e navigato cursore delle linee mediane. Ma quale Tardelli, ma quale Furino. Pensare che il migliore in campo con Brienza, è stato un Messinese, e realizzare il pensiero che l’Italia ha cambiato totalmente pelle dopo l’ingresso del capitano del Messina, era da solo il biglietto da visita per aprire gli occhi a pallettoni, alle 2 di notte per andarsene di testa e restare svegliato fino alle 4, magari svegliando tutto il vicinato e il condominio e fregandosene di chi voleva, nel messinese dormire e schiacciare ancora per qualche ora un pisolino. Più lo osservavi e più ti accorgevi che l’unica cosa che cambiava in Carminello era solo la maglia, ma il suo spirito da Capitano no, assolutamente no. Lippi non può non avere pensato che uno come Coppola ne nasce ogni cento anni per caratteristiche fisiche e tecniche, per combattività e ordine in campo, qualità tutte dentro ad un solo piccolo grande cilindro dalle mille sorprese. Adesso Franza deve rifletterci bene, togliersi Coppola significherebbe suicidarsi, ma quale 4 mln di euro, il ragazzo di Pollena non ha prezzo per le sue innumerevoli doti che elargisce all’interno di un team vincente. Sullo sarà stato fiero vedendo il suo pupillo dettare i tempi alla prima squadra della nazione, davanti la Tv. Carmine in una intervista di qualche giorno fa dopo le sirene del Totthenam aveva detto che da Messina non si muove perché solo con l’affetto dei tifosi a Messina guadagna più di Ronaldo, noi di rimando rispondiamo che Coppola è incedibile perché con il suo carattere è di gran lunga superiore delle funamboliche giocate di Ronaldo. Quando vedi lo scugnizzo napoletano ti viene solo di dire una frase: DIO ESISTE! Carmine deve essere un esempio morale per tutti.
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Cronaca della partita:
L'Italia "di scorta" ha pareggiato per 1-1 a Toronto con la Serbia Montenegro. La squadra di Petkovic si è portata in vantaggio al 25' con Zigic lanciato dallo scatenato Vukcevic. Al 31' gli azzurri sono rimasti in dieci per l'espulsione di Blasi. Nella ripresa gli ingressi di Grosso, Lucarelli e Coppola hanno dato la scossa. Il pareggio lo ha siglato l'attaccante del Livorno all'83'.
Massimo Mastronardo
Lettera ad un amico ...
(Campionato di calcio 2004/2005)
Questa è identità di un popolo a parer mio, condividere le stesse emozioni con occhi diversi... fateci caso tutti stiamo fremendo per la partita, questa è condivisione è questo che crea identità e comuni intenti in un popolo e poi dicono che il calcio è una droga e non serve a niente..... Invece magari grazie al Calcio si trova la donna dei propri sogni, l'amico di mille avventure con il cui condividere consigli e momenti disinteressati....ma se tutto fosse piatto e non ci fosse niente, cosa saremmo, solo mediocrità di noi stessi... quelle emozioni, quell'intensità, quella paura di sbagliare, quella voglia di riscattare il male passato, quelle sensazioni che ti fanno sentire vivo... diceva un autore greco LE NAVI STANNO SICURE SOLTANTO IN PORTO, MA NON SONO STATE COSTRUITE PER STARE SEMPRE ATTRACCATE SUI MOLI, MA PER VELEGGIARE IN ALTO NEL MARE, PER SUPERARE LE TEMPESTE, LE INSIDIE E PER PRENDERE IL VENTO SULLE VELE.... ed è questo per noi il Messina una sfida....e risentire il nostro animo emozionarsi ancora. Senza di esso mancherebbe qualcosa alle nostre emozioni... sotto la pioggia o sotto il sole sempre Forza Messina... e buona partita a tutti vado a prepararmi per il grande evento... Messin A, qui non è il problema di accettare la nostra città, per esempio a me piace così, pensa che alcuni miei amici dicono che io viaggiando con la fantasia applico una pellicola di sopra ad essa rendendola ancora più bella di quanto lo sia. Forse è vero io la vedo con occhi diversi e la percepisco con il cuore, ci sono delle cose insopportabili. Messina per il terremoto del 1908 aspetta ancora dallo Stato Italiano un credito di 40 mila milioni di euro che non gli è mai stato elargito, anzi consegnato. La gente è costretta a vivere senza un futuro (anche per colpa sua), ma nessuno stimola, accarezza, fa provare la gioia del sogno, è un meccanismo che sembra non dare speranza, che schiaccia le coscienze e le annichlisce forse molto più di Milano che vive con le macchine, anche Messina sta diventando una macchina, un automa. Non parla, non dice la sua, non ha opinione, non si riunisce in circoli con l'intento di dare un futuro che sia costruttivo. Qui si distrugge solo il fratello, gli si tarpano le ali perché quello che sono le proprie mura, va bene, ciò che è comune no! Quante zone non hanno sbocchi perché hanno costruito senza fare strade e collegamenti soffocando affacci e quant'altro. Il Messinese muore depresso in mezzo ai suoi sogni che non riesce a realizzare perché vede che gli altri non combattono e da solo si sente ancora più solo, morto ammazzato... Ti scrivo questo con le lacrime agli occhi. Io non voglio le macchine per fare tutto, perché questo significa devastare lo spirito umano, che per sentirsi soddisfatto ha bisogno di lavorare con le sue mani... Manca la sinergia in questa città, ma la cosa che più mi fa incazzare e che se Dio non ci avesse dato tutte le bellezze che abbiamo davo pure ragione alla gente... siamo nati sfigati poveri e pazzi in un pizzo di montagna tra smog e cemento ed allora andiamocene. Ma viviamo in uno dei posti più belli della terra perché non farlo funzionare e dare la sua vera vocazione... Turismo, turismo religioso, vita e grande respiro, perché? Io ho degli amici in Liguria ad Imperia, ti parlo di una città che ha a 10 km Sanremo e a 40 Montecarlo, a 50 Km Nizza e Cannes... e se vogliamo a due ore di strada da Marsiglia... qualcosa da sballo, benissimo quando ogni estate li porto a Messina sai cosa dicono... "qui è un qualcosa che non si può spiegare è un paradiso terrestre, certo che Dio quando ha creato Messina deve essersi messo d'impegno..." ma la cosa che più mi ha fatto rabbrividire e quando mi hanno detto... "MAGARI AVESSIMO NOI TUTTE QUESTE BELLEZZE..." Eppure non diamo forza a quello che abbiamo, qualcosa che è piovuta dal cielo. Forse non meritiamo tutto questo ben di Dio che la natura ci ha dato senza che noi lo chiedessimo... è questo che mi fa incazzare capisci....Basterebbe poco ma non lo capiamo...
Massimo Mastronardo
ZORO UNO DI NOI...
Ebano e Avorio vivono perfettamente insieme sulla tastiera del mio pianoforte, così recita una canzone di Paul Macrtney…
ZORO CAPITANO DEL CLUB MULTIETNICO; MESSINA E ZORO CONTRO IL RAZZISMO; MESSINA CAPITALE CONTRO IL RAZZISMO; SOLIDARIETA’ A ZORO DA ETO’O, LIPPI RONALDIHNO E TUTTO IL MONDO SPORT, UN SOLO CONSIGLIO NON MOLLARE! MESSINA E ZORO CENTRO DELL’ANTIRAZZISMO; IN ITALIA DA MESSINA PARTE LA CAMPAGNA CONTRO IL RAZZISMO.;ZORO PRENDE
UNA GRANDE LEZIONE DI ZORO
ZORO LASCIA IL SEGNO
Questi i titoloni dei giornali nazionali e internazionali che hanno accolto favorevolmente l’azione di protesta di Zoro.
Era nato come un semplice gesto contro i continui insulti agli uomini di colore, ma invece come quei fatti imprevedibili dai risultati non pronosticabili, l’atto compiuto da Mark Zoro, innalzato a paladino per la battaglia contro il razzismo, si è rivelato un autentico fulcro mediatico per cercare, dopo le opere di Martin Luter King, di dire basta alle aggressioni e alle prepotenze di cerchie chiuse che innalzano ideali di intolleranza verso tutti coloro che non accettano il pluralismo culturale, in questo caso il differente colore della pelle. L’ivoriano del Messina Zoro, che ha la pelle nera, è stato gratuitamente insultato per la pigmentazione diversa da quella della razza del paese in cui gioca, ha preso la palla e si è fermato, ha bloccato l’incontro ha riunito tutti intorno a sé dicendo testuali parole…io non gioco più con questo clima, non ci sto più, ma Mark non ha attirato a sé soltanto i 22 in campo e gli addetti ai lavori, ma l’intero pianeta, l’intero globo. La città di Messina, la squadra multietnica del Messina e Zoro senza rendersene conto, sono diventati centro del mondo contro il razzismo e contro i soprusi. Qualsiasi testata giornalistica ha menzionato la città peloritana che in un giorno senza capire come e perché è diventata centro di storie ricche di umanità, dopo la storia di capitan Sullo, diventato un emblema dello sport italiano per avere attraverso la forza di volontà e la caparbietà sconfitto il cancro, adesso Messina diventa anche centro della lotta contro chi vuole fare credere che c’è una razza superiore ed una inferiore. Sono I PAESI DEI 5 CONTINENTi a dirlo e così quasi stranamente il caso MESSINA protagonista Zoro, è discusso e trattato in tutte le lingue del pianeta essendo presente su tutte le più grandi testate giornalistiche del globo, su tutte le radio, televisioni e siti internet . SULLA BOCCA della gente un valore universale come quello del Razzismo è adesso connesso al nome della nostra città che ne diventa fulcro ed emblema. Sembra di essere tornati al tempo delle crociate quando Messina era crocevia di storie, racconti, fatti, speranze, dolori e gioie dell’intera Europa cristiana. SPERO CHE IL PALAZZO DELLA CULTURA VENGA intitolato IL PALAZZO CONTRO IL RAZZISMO. Dove Messina possa riprendere consapevole del proprio destino il centro di un ruolo determinante ai fini della cultura europea. Perché dopotutto c’è soltanto una razza…”L’Umanità”…
Messina 27 novembre 2005 Massimo Mastronardo
ARTURO DI NAPOLI...
Arturo Di Napoli nasce calcisticamente nell’Inter nei primi anni ’90 ed è fin da subito dagli addetti ai lavori e dagli osservatori additato come la nuova promessa del calcio italiano come l’astro nascente in un calcio costellato solo da giocatori potenti fisicamente, ma poco dotati tecnicamente. Ma da sempre quel suo carattere ricco di personalità e carisma, senza peli sulla lingua veniva frainteso per arroganza, presunzione e supponenza. Niente di più falso per chi conosce Arturo, ragazzo umile, simile più a Robin Hood che ad un prepotente. Di Napoli si è sempre mostrato vicino alla gente, accattivandosela con il suo sorriso e con il suo buon umore e con i suoi scherzetti sempre a portata di mano che conserva tra le sue tasche, come un mago nel suo cilindro. Per questo ha subìto spesso fraintendimenti ed equivoci, che gli hanno causato l’allontanamento dai grossi club della serie A, nonostante la sua classe cristallina e pura. Ma si sa sono così i Geni del calcio, hanno quel sano tocco di sregolatezza, che però non eccede mai in volgarità. Il numero 11 peloritano, possiede numeri fuori dalla norma, giocate che solo pochi attaccanti possono vantare tra le proprie caratteristiche, passo, velocità, tiro, precisione, leggerezza e intelligenza tattica. Re Artù con la sfera nei piedi, vola libero nel rettangolo di gioco facendo ammattire in ogni frangente gli avversari di qualsiasi livello.
Ritorniamo alla sua carriera, dopo la pausa neroazzura passa all’Acireale in B, l’attaccante disputa 21 incontri ma non riesce ad andare a segno. Poi scende di categoria, in serie C1 con il Gualdo, e su 31 gare va a segno 10 volte. L’anno successivo approda al Napoli calcio, nella città partenopea colleziona 27 presenze in serie A realizzando 5 reti e l’appellativo di Re Artù, l’anno successivo tra Inter e nuovamente Napoli gioca solo 7 partite. Tra il 97 ed il 99 gioca due stagioni nel Vicenza che milita nella massima serie, dove realizza su un totale di 25 gare 6 reti. Ma l’anno della consacrazione nella massima serie lo vive ad Empoli, il ragazzo di Milano gioca 25 incontri realizzando 11 goal, con una media in pagella di 7.3. Re Artù si sente valorizzato, capito e coccolato e con la mente libera diventa incontenibile per le retroguardie avversarie. Poi lo prende con sè il Piacenza sempre in A, Arturo gioca 18 gare totalizzando 4 reti, Poi la parentesi con il Venezia in serie B nel 2000-01 gioca 35 match collezionando 16 marcature, l’anno seguente in riva alla laguna non è così fortunato come il primo. Approda nuovamente in Sicilia a Palermo ma qui viene attaccato sempre per il suo carattere forte e deciso, giocherà 30 gare andando a segno in 8 occasioni. Il Palermo lo scarica e il Re della sfera resta senza squadra, trova una scialuppa di fortuna, una squadra di serie C, il Gualdo che gli permette di tenersi in forma e di allenarsi, interviene allora il Messina che dimostrando fiuto tenta la scommessa, quel ragazzo poco capito può diventare il giocatore capace di far uscire i giallorossi dall’ultimo posto in classifica. E’ Di Napoli ci riesce totalizzando 20 goal che portano il Messina dritto diritto in serie A scalando ben 19 posizioni. Arturo diventa bandiera e beniamino in quell’annata magica, trascinando con i suoi compagni la squadra,il mister, il Presidente e la città alla promozione. L’anno successivo, nonostante l’intervento al rene che non gli fa iniziare la preparazione a Roccaporena e i soli 29 incontri disputati segna a profusione e sono ben 9 le marcature. Arturo sa che in serie A nessuno ha mai capito il suo autentico valore e che il campionato attuale può essere l’ultimo per dimostrare di essere l’unico ed incontrastato Re della serie più importante in Italia. Così inizia alla grande la preparazione in ritiro con i compagni, è carico come non mai Arturo, perde diversi chili, è disciplinato, rispettoso delle regole ed attento. Ma la sua voglia di fare bene deve scontrarsi con i tatticismi della squadra. Con la Lazio entra solo nel secondo tempo, la domenica successiva il Messina perde 2-0 con la Fiorentina di superToni, ma ci pensa Arturo a prendere per mano la squadra e a sovvertire le sorti dell’incontro, il match si chiuderà sul 2-2. Poi solo panca e secondi tempi nonostante questo 3 goal all’attivo. Re Artù è il giocatore più amato a Messina, forse perché con quel suo carattere sbarazzino e maturo allo stesso tempo ha saputo conquistare con semplicità il cuore della gente. Lui non è tipo da stare rinchiuso e rintanato in casa, vive la città così da diventare in 3 anni cittadino messinese a tutti gli effetti. Adesso la gara con il Chievo nella quale secondo indiscrezioni dovrebbe essere sin dal primo minuto in campo. La gente lo aspetta sperando di non rivederlo più triste e con la sguardo perso nel vuoto in quella panchina fredda e desolata, in quella panchina mortificante per le sue innate qualità.
Qualcuno un giorno gli ha detto: - Arturo Sei un angelo che Vola!
Messina 06 dicembre 2005 Massimo Mastronardo
MORELLI - ZAMPAGNA... UN FATO IN COMUNE
PAOLO MORELLI, NELL’ANNO 1963-64 REALIZZO’ 9 RETI IN A E NEL 64/65 NE MISE A SEGNO 4 PER UN TOTALE DI 13 RETI, QUESTO RECORD RESTO’ IN CITTA’ PER BEN 40 ANNI SALDO COME IL CEMENTO SUGLI ANNALI DEL CALCIO GIALLOROSSO, FIN QUANDO L’11 DICEMBRE DEL 2005 UN TALE RICCARDO ZAMPAGNA SOPRANNOMINATO CUOR DI LEONE PER IL SUO TEMPERAMENTO SANGUIGNO ED IMPULISVO DA BUON UMBRO NON REALIZZO’ CONTRO IL CHIEVO IL DEFINITIVO SORPASSO DEI MARCATORI PELORITANI DI SEMPRE. MA VEDIAMO COME IL TERNANO E’ ARRIVATO A QUESTO STORICO PRIMATO, IL PRIMO GOAL LO REALIZZA CONTRO LA ROMA AL 78’ DEL SECONDO TEMPO CON UN COLPO DI ALTA SCUOLA IL CUCCHIAIO DA QUEL GIORNO VENNE RIBATTEZZATO A MESSINA COME “U CUPPINU”. LA SECONDA RETE, ARRIVA, CONTRO I CAMPIONI D’ITALIA, IL MILAN AL 59’, ZAMPAGOAL SI BEVE DI TESTA IN TUFFO DUE MARCATORI CENTRALI VETERANI DEL CALIBRO DI NESTA E MALDINI DEPOSITANDO IN RETE. IL TERZO SIGILLO ARRIVA CONTRO UN’ALTRA BIG LA JUVENTUS CATERPILLER, IL NUMERO 9 PELORITANO, CAPITALIZZA AL MASSIMO UN PASSAGGIO DI SULLO, BATTENDO A RETE AL 69’UNA BORDATA CHE LASCIA DI SASSO IL PIU’ FORTE PORTIERE DEL MONDO BUFFON. IL CENTRAVANTI GIALLOROSSO METTE A SEGNO IL QUARTO CENTRO NEL DERBY CONTRO LA REGGINA, SU CALCIO DI PUNIZIONE AL 65’, IL SUO POTENTE CALCIO PIEGA LE MANI A PAVARINI ENTRANDO PREPOTENTEMENTE IN PORTA. COME SI SUOL DIRE L’APPETITO VIEN MANGIANDO, MA RICCARDO E’ COSTRETTO A SALTARE DIVERSE PARTITE PER UN PROBLEMA ALLA SPALLA CHE LO AFFLIGGE. RICCARDO TORNA A RIMACINARE RETI, LA QUINTA, ALLA 17ESIMA GIORNATA A CAGLIARI, CITTA’ CHE GLI HA PORTATO SEMPRE BENE, SUO IL GOAL AL 21’ CHE PORTA PROVVISORIAMENTE IN VANTAGGIO IL MESSINA. LA SESTA MERAVIGLIA ARRIVA ALL’OLIMPICO AL 12’ QUANDO SU CROSS DI ILIEV INSACCA CON UN GRAN TIRO DI PRIMA AL VOLO FACENDOSI MERAVIGLIA DA SOLO. LA SETTIMA MARCATURA NON PUO’ NON ESSERE SE NON CON IL MILAN PER LA TERZA DI RITORNO AL MINUTO 30ESIMO, DIDA NUOVAMENTE BATTUTO, MA STAVOLTA IL PORTIERE BRASILIANO VIENE TRAVOLTO DA UNA ROVESCIATA D’ALTRI TEMPI. ZAMPAGNONE RAGGIUNGE L’OTTAVO CAPOLAVORO FUORI CASA NEL DERBY DI SICILIA CONTRO IL PALERMO AL 69’ RIPORTANDO IN PARITA’ IL MATCH. QUELLA GARA SI CONCLUDERA’ CON IL RISULTATO DI 2-1 PER I ROSANERO. CARELLATA DI IMMAGINI E SI ARRIVA ALLA NONA SINFONIA , E’ LA 15ESIMA GIORNATA DI RITORNO, DI SCENA AL SAN FILIPPO LA SAMPDORIA DI NOVELLINO, ED ANCHE QUI METTE IL SUO ZAMPINO, LA DECIMA PERLA LA METTE IN MOSTRA AL 60’ L’ATTACCANTE MESSINE NEL 2-2 FINALE CON UN GOAL DI POTENZA. TOCCA QUOTA UNDICI CONTRO L’ATALANTA A BERGAMO NONOSTANTE LA SCONFITTA ZAMPAGNA DIMOSTRA DI ESSERCI SEMPRE, BELLISSIMO IL PALLONETTO CHE ELUDE L’ESTREMO CALDERONI. CHIUDE LA STAGIONE 2004/05 CON 12 GOAL, L’ULTIMO CONTRO IL LIVORNO AL 71’ STREPITOSA L’ENNESIMA ROVESCIATA VOLANTE, CON MAZZONI CHE NON PUO’ NULLA. ARRIVA L’ESTATE E IL RITIRO DI ROCCAPORENA, IL PRESIDENTE DELLA TERNANA AGARINI LO TENTA CON UNA CHIAMATA PRESSANTE, MA POCO CONVINCENTE, NASCE SUA FIGLIA MATILDE E RICCARDO VUOLE CHIUDERE LA SUA CARRIERA TRA LA SUA GENTE E A CASA SUA, MA IL DESTINO LO VUOLE ANCORA CON LA CASACCA GIALLOROSSA, PERCHE’ HA UN RECORD DA CANCELLARE E UNO DA SCRIVERE BATTERE MORELLI NELLA SPECIALE CLASSIFICA DEI MARCATORI PELORITANI IN SERIE A. ZAMPAGNA PAREGGIA I CONTI CON LA SUA 13ESIMA RETE, ALL’OTTAVA GIORNATA IN CASA CONTRO L’ASCOLI QUANDO AL 28’ SU CALCIO DI RIGORE SUPERA IL PORTIERE ASCOLANO COPPOLA. IL SORPASSO DOMENICA SCORSA CONTRO IL CHIEVO NUOVAMENTE SU RIGORE AL 47’. ZAMPAGOAL RIESCE A ISCRIVERE COSI’ IL SUO NOME NELL’ALBO D’ORO DEL CALCIO MESSINESE.
UN BOMBER CHE IN QUESTA CITTA’ SI AFFIANCA PER PRESTIGIO A GIOCATORI DI GRANDE E ILLUSTRE NOMEA, COME SCHILLACI, PROTTI E VITTORIO TORINO.
Messina 11 dicembre 2005 Massimo Mastronardo