La Partita

 

La Partita

 

di   Massimo Mastronardo

      

La stagione 2004-2005 si conclude con uno storico 7 posto in campionato, ma il ritiro che inizia il 15 agosto 2005  a Roccaporena di Cascia si apre con la notizia della mancata iscrizione del Messina al Campionato di serie A da parte della F.I.G.C.  per presunte irregolarità fiscali. Comincia l'estate dei veleni e delle carte bollate, come un avvoltoio sulla preda agonizzante è il Bologna che, retrocesso nello spareggio con il Parma, vuole riappropriarsi della serie A a scapito del Messina.

A Roma il 14 luglio 2005 tutto è confermato. Anche il Consiglio federale, dopo oltre 5 ore di riunione, ha ribadito le indicazioni della Coavisoc, ratificando le bocciature delle squadre di serie A e B in bilico perché non in regola con l'iscrizione ai campionati a causa di inadempienze, verso il fisco o i dipendenti. Lo ha dichiarato il presidente della Lega Adriano Galliani al termine del consiglio federale . "Abbiamo ratificato tutti i verdetti della Coavisoc" ha detto. Dunque confermate le mancate iscrizioni di Torino, Messina (in serie A), Perugia e Salernitana (in serie B, mentre, come previsto, è stato accolto il ricorso del Treviso). Adesso le società potranno fare ricorso alla Camera di conciliazione del Coni, ultimo grado della giustizia sportiva, e poi eventualmente in sede amministrativa, al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato. E infatti Galliani, in tema di calendari, ha già specificato che "saranno stilati solo dopo le decisioni del Consiglio di Stato". Ossia, se non insorgono intoppi, appena prima di Ferragosto. Concetto confermato da Franco Carraro, presidente Figc, che commenta così la seduta del Consiglio. "Abbiamo ratificato decisioni prese da altri, ovvero la Coavisoc. Sì, è andata esattamente così, abbiamo svolto un ruolo da notaio, ma questo è ciò che prevedeva il regolamento che ci siamo dati, e sarebbe stato stravagante se non lo avessimo rispettato". Pietro Franza, presidente del Messina - "Nessun problema. Sapevamo che il consiglio federale avrebbe confermato quanto deciso dalla Covisoc. Mi preme però sottolineare che noi società siamo nel giusto, abbiamo grande fiducia negli organismi cui ci rivolgeremo e abbiamo la certezza di poter proseguire la nostra avventura in serie A.

SCENARIO  che si aprirebbe: Ripescabili in serie A: BOLOGNA al posto del Messina - Ripescabili in serie B: - in ordine di classifica - VICENZA, PESCARA E CATANZARO (se il Messina non potesse ripartire dalla serie B). La Figc attenderà il verdetto della giustizia amministrativa prima di procedere ad eventuali ripescaggi.

SUCCESSIVI APPUNTAMENTI: Giovedì 21 luglio riunione della Camera di conciliazione del Coni, ultimo grado della giustizia sportiva. Chi è bocciato anche da questo tribunale può ricorrere soltanto in sede amministrativa. I giocatori delle società escluse sono tutti svincolati. - Il Tar del Lazio (III Sezione) è l'unico riconosciuto per i ricorsi sportivi dopo la sentenza della Cca. - Il Consiglio di stato è l'ultimo grado di giudizio amministrativo. Dopo il suo pronunciamento le squadre escluse non hanno ulteriori possibilità d'appello.

A Roma il 26 luglio 2005 tutte bocciate, tranne la Fermana. La Camera di Conciliazione Arbitrale del Coni (presieduta da Pier Luigi Ronzani e composta dall'avvocato Guido Ceccinelli, i professori Marcello Foschini, Luigi Napolitano e Luigi Fumagalli e il segretario-tecnico Mario Arpino) ha detto no a tutti i ricorsi per l'iscrizione ai rispettivi campionati compreso quello del Messina.  Adesso la società peloritana ha la possibilità di ricorrere al Tar del Lazio, la cui udienza è fissata per il 2 agosto.

INTANTO il 28 luglio viene reso noto il tabellone  del primo turno di Coppa Italia , che parte il 7 agosto e dal quale viene estromesso il Messina, che tra l'altro essendosi classificata 7 avrebbe dovuto essere testa di serie e giocare dagli ottavi. Non c'è tempo per aspettare gli appelli delle squadre bocciate dalla Disciplinare e dalla Camera di Conciliazione del Coni. Adriano Galliani ha definito "immodificabili" le date della coppa e quindi, "anche se il Tar del Lazio o il Consiglio di Stato riammetteranno le squadre finora bocciate, queste non faranno la Coppa Italia".

E mentre la società calcistica, la città, i tifosi patiscono i tormenti dell'inferno per la bocciatura senza appelli di tutti i gradi della Lega si assiste a dichiarazioni tipo:

28 luglio 2005 - Tranquilli, il TAR vi ripesca in serie A, quella libica però!!! Salutatemi Gheddafi. f.to Giuseppe Gazzoni Frascara

A Roccaporena  i giallorossi si sono radunati. Confermato il gruppo che ha stupito la passata stagione. Ingaggiato Zanchi, riscattato D'Agostino, rinnovato il prestito di Donati. Sono inoltre arrivati in giallorosso il giovane attaccante Claudio De Sousa, 20 anni, dalla Lazio e il portiere dell’Atalanta Caglioni, e rientrati dalla Salernitana il promettente centrocampista Manuel Coppola e l’attaccante Igor Zaniolo. Dalla Juve arriva l’attaccante Sculli, mentre in quei caldi  giorni il direttore sportivo Fabiani incontra il suocero procuratore di Rezaei per il rinnovo del difensore iraniano. “Un Messina - commenta Fabiani - che ha badato più a tenere i suoi giocatori che a cercarne altri. Lo scorso anno siamo stati competitivi, ma sappiamo bene che nel calcio è difficile confermarsi. Partiamo con l’obiettivo di fare un buon campionato e di salvarci. Siamo convinti che con l’organico affidato ad un allenatore esperto come Mutti, il traguardo sia possibile"

A fianco del Messina Calcio si schiera anche la Regione Sicilia che dichiara che: - Pur confidando ancora nel Consiglio Federale e in prospettiva negli altri gradi di giudizio tuttavia andiamo convincendoci che quanto sta accadendo al Messina calcio è un palese, evidente fraintendimento delle procedure e delle procedure di leggi correnti. Non dobbiamo, inoltre mai, cessare di ricordare che le prerogative della Regione Siciliana in materia sono garantite dallo Statuto Siciliano che è parte della Costituzione della Repubblica Italiana. Costituzione che anche la Coavisoc e il Consiglio Federale , al pari di Noi tutti, sono tenuti a rispettare e fare rispettare. Come dimenticare, infatti, che è stata raggiunta e ben pubblicizzata, una transazione con la Regione Siciliana, con il pagamento della prima quota del debito. Appare evidente, che se fosse confermata l’esclusione del Messina dalla Serie A, si tratterebbe di una EVIDENTE, LAMPANTE ERRORE DI VALUTAZIONE. Occorre restare calmi, senza però declinare dalle ragioni del Messina che sono e restano le GIUSTE RAGIONI DI TUTTO IL MOVIMENTO CALCISTICO SICILIANO, che oggi si sente profondamente provato ed umiliato.

Il giorno della sentenza del TAR i tifosi bloccano per tutta la giornata i traghetti privati, le prime avvisaglie di tale azione c'erano state nelle serate precedenti. Il transito sullo stretto però non è precluso, viene data ai vacanzieri la possibilità di usufruire delle FS e dei traghetti che fanno la spola con Reggio Calabria, inevitabili comunque sono le code dei veicoli in attesa di imbarco e sbarco, tutto comunque avviene con grande civiltà e senso di responsabilità. Messina Ancora una volta si ritrova unita e riconosce se stessa nell'identità calcistica. Se infatti il TAR non accoglierà il ricorso,  il Messina calcio scomparirà di nuovo nel buco nero dei dilettanti, ma soprattutto la città già avvilita ed umiliata subirebbe l'ennesimo smacco e l'ennesimo fallimento e questo pensiero umilia e unisce i messinesi sportivi e non. A supporto della posizione del Messina si è schierata la Provincia, il Comune, la Regione Sicilia e il suo Assessorato al bilancio e alle finanze. E' il 2 agosto 2005 e nella serata, verso le 19,30 - 20,00,  finalmente finisce un incubo il TAR dà ragione al Messina. La notizia ha sbloccato la tensione che si era creata agli imbarcaderi  e i messinesi si recano tutti insieme a Piazza Cairoli per fare festa dopo essere stati attaccati alla radiolina ad ascoltare "Antenna dello Stretto" ed al video per vedere la cronaca in diretta fatta da tutte le TV locali RTP, ma ben affiancata anche da VIP e dal Tirreno. Come non dimenticare Sangiorgi e Brancato che ci gridano che il Messina è in A. Si esulta sullo Stretto. Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del Messina contro la mancata iscrizione al campionato di massima serie da parte della Federcalcio, riammettendo di fatto il club siciliano al  campionato che si è conquistata sul campo. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, accogliendo il ricorso del Messina calcio, ha sospeso il provvedimento con il quale il Consiglio Federale della FIGC ( Federazione Italiana Gioco Calcio) non aveva ammesso la squadra al Campionato di calcio, di serie A, stagione 2005-2006. Secondo i giudici amministrativi il ricorso è fondato in quanto la commissione competente avrebbe dovuto esaminare i documenti presentati dalla società ricorrente e non dichiararli irricevibili sulla base di un termine di deposito, diverso da quello previsto dal Consiglio Federale in materia di reclami e non prederminato.

La società siciliana si prepara però subito all'appello al Consiglio di Stato, poichè  la decisione del Tar viene  impugnata dalle parti in causa. La battaglia legale non è ancora finita. La società è riammessa in A: ma l'organico del massimo campionato non può dirsi definitivo, e non solo per l'esclusione del Torino. E' il Bologna, eventuale beneficiaria dalla mancata iscrizione messinese in A, che si appella immediatamente alla decisione del Tar insieme a Carraro, Presidente della Figc, che iin un primo momento aveva dichiarato che avrebbe accettato le decisioni del TAR. Il presidente del Messina Pietro Franza e i suoi avvocati si preparano a un nuovo round legale in Consiglio di Stato.
 

E in questo agosto 2005 di fuoco dopo la sentenza del TAR anche il pacato Mutti mette da parte la sua mitezza e pacatezza.

Mutti invita Ulivieri a dimettersi dal Consiglio Federale

4/8/2005

"ROCCAPORENA – Non è facile vedere Bortolo Mutti fuori dal suo abituale clichè, fatto soprattutto di tranquillità e di cose semplici. La ridda di voci intorno al Messina e qualche strana situazione lo hanno, però, indotto a cambiare la sua filosofia di vita e l'atteggiamento di pacatezza che lo contraddistingue. Durante l'abituale conferenza stampa giornaliera Mutti, senza troppi preamboli, ha attaccato con poni pacati, ma duri nella sostanza, l'omologo del Bologna Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione italiana allenatori con diritto di voto all'interno del Consiglio Federale, che aveva espresso la propria soddisfazione per i verdetti contro il Messina. Secondo il tecnico del Messina alla base c'è un palese conflitto d'interessi per le due cariche ricoperte da Ulivieri che pochissimo tempo prima di essere stato ingaggiato dal Bologna aveva votato contro l'ammissione del Messina nel Consiglio federale del 15 luglio scorso seguendo pedissequamente la strada intrapresa da Covisoc e Coavisoc. Si sa, la pazienza ha un limite, anche per un inossidabile come Mutti che attacca con sarcasmo : «Auguro al collega Ulivieri di allenare in futuro anche il Real Madrid. Detto questo, però, mi preme sottolineare un altro aspetto. Come presidente dell'associazione italiana allenatori, Ulivieri avrebbe dovuto assumere una posizione super partes nella vicenda che ha riguardato il Messina. Nella fattispecie sarebbe stato più credibile se avesse lasciato la sua carica di presidente dei tecnici dopo il suo passaggio alla società bolognese. Ancora non lo ha fatto, ma per dare credibilità a tutto il movimento sarebbe stato opportuno rivedere certi posizioni. Mi aspetto un gesto concreto da parte sua, i margini ci sono tutti». Ovviamente con Mutti, durante la conferenza stampa, sono stati toccati altri temi, tutti importanti dalla riconferma di Rezaei alla mancanza di partite ufficiali fino all'inizio del campionato a causa dell'assenza del Messina dal tabellone principale di Coppa Italia ormai alle porte. «Il dispositivo del Tar ci ha restituito la serenità assoluta, messa a dura prova dalle vicissitudini di luglio. I ragazzi non hanno abbassato mai la tensione anche se qualche volta ho temuto che la condizione psicologica all'interno del gruppo potesse venir meno. Questo, fortunatamente, non è accaduto e siamo pronti a ripartire anche se ci mancherà il calcio vero. Le amichevoli, infatti, sono importanti fino ad un certo punto ma vista la situazione dobbiamo nostro malgrado adeguarci». Dopo l'accordo biennale raggiunto martedì pomeriggio Rahman Rezaei ha raggiunto in serata i compagni nel ritiro di Roccaporena e da oggi sarà a disposizione del tecnico. Prima di definire la sua posizione contrattuale, il forte difensore iraniano si era allenato a Messina. Nella scorsa stagione Rezaei, con 36 presenze su 38 partite di campionato, era stato il giallorosso più utilizzato da Mutti. Nel mese di giugno ha conquistato con la sua nazionale un posto per i prossimi mondiali in Germania. L'arrivo del centrale colma un vuoto nell'organico del Messina. La squadra, intanto, continua ad allenarsi mentre si avvicina sempre di più la fine del ritiro. Sabato mattina, al termine dell'ultima seduta, i giallorossi saranno lasciati liberi e si ritroveranno in sede martedì 9 agosto. La società, intanto, in considerazione della mancanza di gare ufficiali, sta cercando di organizzare amichevoli di un certo livello. Come nella passata stagione ha fatto visita ai peloritani il presidente della Roma Franco Sensi, accompagnato dalla moglie, che si è intrattenuto per qualche minuto con il tecnico Bortolo Mutti. Il massimo esponente della società capitolina ha fatto gli auguri al Messina per la prossima stagione. " - fonte : Gazzetta del Sud

Al che Replica Ulivieri

Ulivieri: “Un grave errore”
4/08/2005 h 12,30

“Il Consiglio Federale, adeguandosi alle decisioni della Coavisoc, ha rinunciato alla propria prerogativa politica”

Ecco l'intervista pubblicata nel sito Ufficiale del Bologna Calcio:

Il tecnico Renzo Ulivieri, chiamato in causa dal collega del Messina Bortolo Mutti, fornisce la propria visione dei fatti. “Sostiene che da parte mia ci sia stato un conflitto d’interessi in sede di Consiglio Federale, ma lui ignora il fatto che quando si è votato io non ero ancora allenatore del Bologna; inoltre, quando sono diventato Presidente Aiac, ho detto che non avrei smesso di allenare. Caso mai, noi del Consiglio Federale abbiamo commesso un grave errore nell’adeguarci alle decisioni della Coavisoc che, prorogando le scadenze ed uscendo dalle regole della perentorietà e del rispetto del ruoli, ha svolto una funzione politica, pur essendo un organo tecnico. Con quella decisione, il Consiglio Federale ha rinunciato alla propria fondamentale prerogativa di organo politico”. 

Mister, sui giornali di oggi vengono riportate le parole di Mutti, che l’accusa di conflitto d’interessi quando in Consiglio Federale ha votato contro l’iscrizione del Messina al campionato.

“Mutti è una brava persona, l’ho sempre considerato tale, è un associato e quindi ci tengo in modo particolare. Lui mi chiede, siccome sostiene che da parte mia ci sia stato un conflitto d’interessi, di tirare delle conclusioni. La prima conclusione è che è ignorante, perché ignora il fatto che quando ci sono state le votazioni in Consiglio Federale, io non ero allenatore del Bologna: lo sono diventato il 19 luglio, in seguito alle decisioni prese dal CdA della società rossoblù. Inoltre, quando sono diventato Presidente dell’Aiac ho detto chiaramente che non avrei smesso di allenare, quindi quando Mutti parla di conflitto d’interessi straparla. Sono convinto che non sia farina del suo sacco, quindi credo che si debba rivalere con chi gli ha suggerito di esprimersi in questi termini. Aspetto la lettera che manderà all’Aiac, ma credo di avergli già dato la risposta. Per quanto riguarda il conflitto d’interessi, lo conosco più di lui; è un concetto semplice che a San Miniato si sintetizza così: il figliolo del vetraio non può andare a tirare i sassi alle finestre. A questo mi ci adeguo non perché mi ci debbo adeguare ma per convinzione interiore. Caso mai, se ho qualche dubbio sul comportamento mio e di tutto il Consiglio Federale, è riguardo proprio alla scelta che abbiamo fatto di adeguarci alle decisioni della Coavisoc: decisioni che di fatto hanno aperto la strada a una visione elastica del concetto di perentorietà. Credo che lo sappia bene lui e chi gli ha ispirato queste esternazioni. In quell’occasione, il Consiglio Federale, adeguandosi alle decisioni della Coavisoc, ha rinunciato alla sua prerogativa fondamentale di organo politico e questa credo sia una colpa, anche grave, di noi consiglieri federali, me compreso. Detto questo, voglio tranquillizzare Mutti: opererò sempre nell’interesse dell’Associazione e degli allenatori, per quanto mi compete e come ho espresso chiaramente nel mio programma, e nell’interesse del calcio”.

In che senso il Consiglio Federale avrebbe commesso un grave errore?

“Il fatto grave del Consiglio Federale è che ha permesso ad un organo tecnico, la Coavisoc, di fare valutazioni politiche: questo è un fatto grave, del quale mi assumo anch’io la responsabilità. Il Consiglio Federale ha rinunciato ad una sua prerogativa, ha abdicato ad una delle sue funzioni: questo è un fatto grave. Mi sembra strano che Mutti o qualcuno del Messina mi coinvolgano in una situazione per la quale io ci sto male interiormente. Che ho fatto, quando mi sono adeguato anch’io nel prendere questa decisione? Oggi non lo farei più: se tornassi indietro non commetterei di nuovo questo grosso errore, pur con tutte le scuse e le attenuanti che uno si costruisce; quando ci vai in un posto ci devi andare, senza paure e timori. Di fatto, invece, ho contribuito a svilire il Consiglio Federale; alla Coavisoc andava rimandata tutta la documentazione dicendo di riguardarla alla luce delle regole che avevamo stabilito noi del Consiglio Federale: alla Coavisoc non era consentito prendere decisioni politiche, come la proroga delle scadenze. Non l’ho fatto e mi sento la colpa addosso di questo fatto grave; per di più, vengo pure accusato all’incontrario da parte del Messina... Inoltre, anche in caso di allungamento dei termini, questo doveva presupporre una nuova perentorietà; ma anche questa era una valutazione che non andava consentita alla Coavisoc, che è un organo tecnico, non politico. La perentorietà è la perentorietà: siamo andati fuori dalle regole; anche le regole del rispetto dei ruoli sono ben chiare e ne siamo usciti. Tra l’altro, quando ho parlato del programma, ho detto che l’Aiac non si sarebbe mai astenuta su nulla: non mi si può chiedere di astenermi, nel modo più assoluto. È chiaro però che se la prossima settimana, essendo allenatore del Bologna, fossi chiamato a votare una questione che interessa il Bologna, non parteciperei al voto”.

L’allenatore oggi ha meno certezze di un tempo: deve sapersi districare anche nelle questioni politiche ed economiche.
“È una figura che sta cambiando: l’allenatore deve essere più pronto nell’affrontare certe situazioni; basta vedere le recenti esperienze di Guidolin, di Arrigoni, pure la mia e quella dello stesso Mutti, come di tanti colleghi di B, C1 e C2. Bisogna essere pronti a sviluppi e situazioni nuove: alcune certezze non ci sono più, è una sorta di flessibilità applicata al ruolo dell’allenatore. Ecco perché mi sembra inopportuno attaccarci tra noi: in questo momento abbiamo bisogno di essere saldi e spero di riuscire a rappresentare tutti gli allenatori, Bortolo Mutti compreso e pure gli allenatori dilettanti, le cui difficoltà sono probabilmente superiori alle nostre. Il pensiero mio e dell’Associazione va in primo luogo ai problemi di tantissimi allenatori delle categorie minori”.

Il duetto di parole si conclude conil botto finale del nostro Bortolo che  attraverso il sito ufficiale  www.mondomessina.it così replica:

05 Agosto 2005

Mutti risponde ad Ulivieri
La mia ignoranza è pari alla sua sincerità

In merito alle dichiarazioni rilasciate alla stampa dall’allenatore del Bologna Renzo Ulivieri nei confronti del suo collega Bortolo Mutti, allenatore del Messina, quest’ultimo precisa quanto segue: Mi fa piacere che il Presidente della mia associazione mi reputi una brava persona, ma mi fa molto meno piacere il fatto che egli mi consideri espressamente un ignorante per avere ignorato le formalità, i riferimenti burocratici ed i tecnicismi, in base ai quali il conflitto di interessi da me ipotizzato sarebbe una mia pura invenzione.

 In effetti, il linguaggio usato dal mio collega Presidente in risposta ad una mia lineare affermazione nella sua conflittuale posizione di allenatore del Bologna e Consigliere Federale, in occasione della votazione del 15 Luglio che ha escluso il Messina dalla serie A, è ricco di riferimenti legali ed artificiose giustificazioni del tutto estranee al suo ben noto linguaggio schietto ed essenziale.

 Lui afferma che quanto io ho detto non è farina del mio sacco ma in verità le sue dichiarazioni mi sembrano più elaborate da uno studio legale piuttosto che da un allenatore di calcio.

Resta il fatto di un evidente incompatibilità di Ulivieri per nulla attenuata o giustificata dalla sottoscrizione del suo contratto con il Bologna ufficializzato in data 18 Luglio, ovvero tre giorni dopo lo svolgimento del Consiglio Federale del 15 Luglio in occasione del quale, ribadisco, egli ha agito su una evidente posizione di conflitto di interessi.

 Io, infatti, in questo periodo volente o dolente ho dovuto seguire attentamente tutte le notizie apparse nei vari organi di stampa, ho constatato, a puro titolo di esempio che il quotidiano Il Resto del Carlino, già in data 1 Luglio indicava come definitiva la scelta di Ulivieri quale allenatore del Bologna, così come trattava del mercato voluto dallo stesso Ulivieri nella costruzione della squadra, in altri diversi articoli pubblicati in data 4 e 8 Luglio.
Del resto, anche senza un supporto di tali incontestabili segni intangibili della presenza di Ulivieri prima del 15 Luglio all’interno del club bolognese, solo un bambino o un estraneo al nostro ambiente potrebbe ipotizzare la sottoscrizione di un contratto come un episodio miracoloso nato dal nulla, senza precedenti contatti, trattative, attività preparatorie.
Tutto questo io non lo ignoro perché conosco il nostro ambiente e perché i fatti sono quelli che sono, al di là dei cavilli e delle formalità.

 Io non straparlo e non ho consiglieri occulti, ne padroni ne suggeritori per le mie parole.
A Trescore in provincia di Bergamo, siamo abituati a parlare poco e chiaramente, con sincerità e semplicità; per noi il conflitto di interesse c’è anche se il figliolo del vetraio che tira i sassi alla finestra, per un ritardo burocratico, non sta ancora nello stato di famiglia del padre e ne viene dichiarata ufficialmente l’adozione qualche giorno dopo la demolizione delle vetrate.
Non penso che a San Miniato vi sia una concezione del rapporto padre figlio e del conflitto di interessi, così esasperatamente burocratica e superficiale e se un giorno anche il collega Ulivieri attingerà di nuovo la farina del suo sacco, dovrà riconoscere di avere agito nella circostanza, sotto il profilo della sostanza, dell’opportunità, del buon senso, in un regime di palese imparzialità e conflittualità.

 Non voglio entrare nel merito delle valutazioni giuridiche del collega Ulivieri, in riferimento alle decisioni della Covisoc, Coavisoc e del Consiglio Federale, perché spetta ad altri il compito di approfondire tali argomenti tecnico-giuridici, ma ribadisco che nella sua veste di Presidente dell’Aiac, mi sarei aspettato un diverso comportamento ed una maggiore garanzia di neutralità.
Il fatto che lui abbia annunciato prima della sua elezione la propria volontà di continuare ad allenare, non attenua per nulla la sua posizione; quando sono in gioco situazioni che coinvolgono l’interesse della sua società (ed il Bologna lo era in sostanza al momento del voto) contro gli interessi di altre società, egli non avrebbe dovuto esprimere il suo voto nel Consiglio Federale ed invece avrebbe l’obbligo di tenere un comportamento imparziale, sostanzialmente ed apparentemente al di sopra delle parti.

 Scriverò, come ho già detto alla mia associazione affinché gli organi competenti prendano atto del grave comportamento tenuto nell’occasione dal nostro Presidente e spero che a seguito della mia iniziativa egli prenda atto di tutto questo e ne tragga le dovute conseguenze.
Non mi riconosco affatto in un Presidente che non difende gli interessi della nostra categoria e gli antepone quelli della sua società di appartenenza.

 Non credo che Ulivieri in questa vicenda abbia difeso gli interessi della nostra associazione, poiché poco sensibile si è dimostrato nei confronti dei colleghi che avrebbe voluto avviare sulla via della disoccupazione decretando di fatto l’estinzione del Messina a beneficio del suo Bologna (che in ogni caso sarebbe rimasto in B, come ha decretato il campo e non i tribunali).
Se questo vuol dire operare nell’interesse superiore del calcio, io sono ignorante quanto lui è sincero.

Bortolo Mutti  

Sulle pagine del TEMPO di Roma venerdì 5 agosto 2005 si legge il seguente articolo di FOSCA BINCHER:

"Montezemolo si muove per salvare la squadra della sua città e cerca alleanze con Casini, Fini e Cofferati. Gazzoni dà una mano"

 - OCCHI puntati sul Consiglio di Stato del prossimo 8 agosto. Perché ancora una volta il campionato di calcio italiano, il caos del calendario della serie A, della serie B e dei campionati minori è diventato un affare politico-industriale-finanziario di rilevanza assoluta. Il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che ha riconosciuto il diritto del Messina di restare in serie A, dove sul campo aveva conquistato il settimo posto in classifica, sta muovendo legioni di interessi e soprattutto di interessati. Al centro dei quali c’è soprattutto una squadra, il Bologna, che in serie B è precipitata per demeriti sportivi: semplicemente non facendo sul campo i punti necessari per restare a competere con Milan, Inter e Juventus anche l’anno prossimo. Che in tribunale il presidente del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, cerchi di trovare quei tre punti che sul terreno di gioco erano sfuggiti, non è innaturale. Ma non è solo lui a muoversi in queste ore con quello che già sembra un diktat: «Il Bologna si deve salvare», e a mare chi come il Messina in A c’è restato per meriti sportivi o come il Torino in A ci è arrivato faticando e vincendo partita dopo partita. Perché da giorni a Roma si intessono trame, si cercano contatti, qualcuno teme anche pressioni, con i consiglieri di Stato che dovranno prendere la decisione definitiva. E il Bologna in A sembra diventato un vero caso politico-finanziario. Si è mosso anche il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che con Gazzoni Frascara è in rapporti di affari da anni (insieme ad Angelo Rovati sono stati fortunati protagonisti dell’operazione Italfondiario). L’interesse di Montezemolo per il Bologna non è indifferente, perché alcuni professori della Luiss, l’università controllata dalla Confindustria, hanno avuto e avranno un ruolo decisivo nelle decisioni giudiziarie destinate a ridisegnare il campionato di calcio italiano. Ma per il Bologna in A, diciamo così, fanno il «tifo» in modo bipartisan anche alcuni dei più importanti politici italiani. Dal presidente della Camera dei deputati, Pierferdinando Casini, al leader dell’Unione, Romano Prodi. Dal presidente di An, Gianfranco Fini al sindaco del capoluogo della regione Emilia Romagna, Sergio Cofferati. Una questione di cuore, ma anche di affari. Perché la caduta in serie B rischia di compromettere a Bologna anche i finanziamenti per la costruzione di uno degli stadi inseriti nella lista dei possibili europei di calcio, Italia 2012. Secondo la prima indicazione Bologna sarebbe una delle nove città principali in cui si potrebbero svolgere gli europei. La scelta definitiva, in caso di assegnazione da parte dell’Uefa (molto probabile, perché in questo momento l’Italia è in pole position), verrà fatta in base ai risultati sportivi degli ultimi anni, e la caduta in basso potrebbe comprometterne le possibilità. In un documento inviato all’Istituto del credito sportivo la città di Bologna sarebbe oggi nella lista degli stadi principali per l’edizione degli europei di Italia 2012, e garantita quindi la concessione del finanziamento speciale a tasso zero per rimodernarne gli impianti. A Bologna sede degli europei tiene molto anche Montezemolo, che fu uno dei protagonisti dell’organizzazione dei mondiali di calcio in Italia nel 1990 (ne guidò la struttura di comunicazione). Alle altre squadre di calcio coinvolte nei ricorsi al Consiglio di Stato il caso Bologna fa paura, e lo fa ancora di più dopo l’aggressiva intervista di Gazzoni Frascara sul Corriere della Sera di ieri (cui seguiranno nei prossimi giorni le repliche dei presidenti delle altre società coinvolte). D’altra parte i conti economici delle società di calcio sono così confusi e le norme di controllo così elastiche che qualsiasi soluzione potrebbe essere prefigurata. Quasi tutti i club sono in ritardo anche pesante nel pagamento dei debiti con il fisco. E la regolarità delle loro iscrizioni al campionato sempre da verificare. Così tocca alla piazza, come è accaduto nel caso di Lazio e Messina, fare applicare a furore di popolo norme così elastiche. Nel caso Bologna è più difficile, perché con la perizia dell’imprenditore di livello Gazzoni Frascara ha costruito un modello societario che rende tutto più complesso. Perché c’è una controllante, la Bologna Fc Holding 1909 spa, e una controllata, il Bologna Fc 1909, e fra loro continui contratti di cessione crediti e debiti che spalmano un po’ su un soggetto e un po’ sull’altro vantaggi e svantaggi economici.

EPILOGO FINALE -  Finalmente martedì 9 agosto 2005 verso le ore 18 - 18,30 la Notizia: Il Messina resta in A. l'ANSA pubblica "Ad anticipare la bocciatura del ricorso della Figc contro i siciliani sono  stati i legali del Napoli, che alla luce dell'odierna decisione resta in C1. Il Bologna, che ha perso il ricorso contro il Messina, resta in B".

 A Roama il  9 agosto 2005 il Consiglio di Stato, adesso  è ufficiale, ha rigettato i ricorsi del Bologna e della Figc contro la decisione del Tar del Lazio di iscrivere al campionato di A il Messina. La città, i tifosi ed il calcio si riappropriano di quel piccolo tesoro del quale stavano per essere scippati.

"È una grande vittoria dello sport. Il mio primo pensiero va ai giocatori, perchè in questi giorni hanno sofferto, tenuto duro in un ritiro davvero difficile. Sono stati momenti di grande tensione, ma ora è finita". Lo ha detto il presidente del Messina Pietro Franza, all'uscita di Palazzo Spada, sede sede del Consiglio di Stato. I tifosi del Messina hanno accolto la notizia con cori da stadio, ma il presidente Franza vuole puntualizzare: "C'è chi dice che la perdita della serie A ci sarebbe costata 100 milioni di euro, ma a me non interessa parlare di soldi: più importante è aver mantenuto il diritto sportivo, un settimo posto in serie A che ci siamo ampiamente meritati. Ma questa per noi resta comunque una vittoria triste perchè figlia dei tribunali. Stavolta ho veramente capito chi ci è stato amico e chi no. Delle battaglie contro di noi del Bologna preferisco non parlare". "E ora che giustizia è stata fatta - ha detto - il Messina vuole recuperare la Coppa Italia dalla quale era stata estromessa. Dovremo recuperare anche le nostra immagine e la credibilità che in queste settimane si erano un po’ appannate. Ora dobbiamo mettere mano al mercato e rinforzare la squadra, perchè i danni che abbiamo subito in questo periodo sono stati enormi", ha concluso Franza.

"E' andata male". Giuseppe Gazzoni Frascara, patron del Bologna, commenta così la decisione del Consiglio di Stato di respingere l'esposto della società rossoblù contro l'ammissione del Messina in serie A. "Non conosco le motivazioni della decisione del Consiglio di Stato, quindi non so perchè sia stato respinto. Noi però abbiamo ancora in ballo la questione Reggina, anche lì ci sono cose che non ci tornano e speriamo di fare valere finalmente le nostre ragioni".

Si può finalmente pensare al calcio giocato, la società riapre la campagna abbonamenti con sconti e premi per i più fedeli e questi sono i componenti dello Staff Amministrativo - Tecnico e della Rosa Giocatori Stagione 2004 - 2005 del MESSINA

Presidente PIETRO FRANZA

Vice presidente VINCENZO FRANZA

Direttore generale GIOVANNI CARABELLO'

Direttore Marketing & Comunicazione MARIO BONSIGNORE

Team Manager EMILIO PELLEGRINO

Addetto Stampa CHRISTIAN ARGURIO

Direttore Sportivo MARCO VALENTINI (subentra a Fabiani)

 

Allenatore  Bortolo Mutti

Allenatore in seconda Mauro Di Cicco    - Preparatore dei Portieri  Gianbattista Piacentini   -

Preparatore Atletico  Renato Scarpellino - Preparatore Atletico William Marcuzzi -

Medico sociale Filippo Ricciardi  -  Fisioterapista Gaetano Puccione 

Massaggiatore Carmelo Cutroneo  -   Rosario Oliva  - Vincenzo Iachetti 

Magazziniere Salvatore Fazzio  - Enzo Sorrenti 

Giocatori

 
N. Cognome Nome Ruolo squadra
         
3 ACCURSI Salvatore DIF MESSINA   (CEDUTO NAPOLI)
6 ARONICA Salvatore DIF MESSINA
53 ASSENZIO Roberto CEN MESSINA
88 CAGLIONI Nicholas POR MESSINA
24 COPPOLA Carmine CEN MESSINA
78 COPPOLA Manuel CEN MESSINA (PRESTATO AL GENOA)
4 CRISTANTE Filippo DIF MESSINA
7 D'AGOSTINO Gaetano CEN MESSINA
22 D'ALTERIO Salvatore CEN MESSINA (CEDUTO AL FOGGIA)
  DE SOUSA Claudio ATT MESSINA (COMP.  TORINO)
11 DI NAPOLI Arturo ATT MESSINA
5 DONATI Massimo CEN MESSINA
  FERLA Gabriele POR MESSINA
25 FUSCO Luca DIF MESSINA  (CEDUTO GENOA GEN)
  GAZZOLI Massimo POR MESSINA  (TORNATO GENOA)
17 GIAMPA' Domenico CEN MESSINA  (CEDUTO ASCOLI GEN)
  GIRILLO Francesco CEN MESSINA
10 ILIEV Ivica ATT MESSINA  (CEDUTO GENOA GEN)
31 MAMEDE Jose' Aleixo Ferreira CEN MESSINA  (CEDUTO GENOA GEN)
  MORGA Francesco ATT MESSINA (PRESTITO GENOA)
  MUTTI Bortolo ALL MESSINA
55 OLIVA Giuseppe CEN MESSINA
19 PARISI Alessandro DIF MESSINA
90 RAFAEL Pereira Da Silva DIF MESSINA
2 REZAEI Rahman DIF MESSINA
51 RUIZ Pierpaolo ATT MESSINA
60 SANTORO Giuseppe POR MESSINA
14 SCULLI Giuseppe ATT MESSINA
1 STORARI Marco POR MESSINA
41 SULLO Salvatore CEN MESSINA
  TUMMIOLO Andrea CEN MESSINA
13 YANAGISAWA Atsushi ATT MESSINA
9 ZAMPAGNA Riccardo ATT MESSINA
27 ZANCHI Marco DIF MESSINA
77 ZANIOLO Igor ATT MESSINA  (CEDUTO GENOA)
8 ZORO KPOLO Marco Andre' DIF MESSINA
20 MUSLIMOVIC Zlatan ATT MESSINA
  PANSERA Andrea POR MESSINA (DAL BOLOGNA)
  OLORUNLEKE Mathev DIF MESSINA (DALLA REGGIANA)
        Mercato di Gennaio 2006
78 ANTONELLI Filippo CEN MESSINA (CHIEVO PRESTITO GEN)
25 NOCERINO Antonio CEN MESSINA (CROTONE GEN)
10 BONDI Renato Rafael ATT MESSINA (TERAMO GEN)
18 FLOCCARI Sergio ATT MESSINA (RIMINI GEN)
  STRAUS Rock   MESSINA (BRESCIA CEDUTO)

     

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27 marzo 2006, la svolta storica, viene esonerato l'allenatore Bortolo Mutti e al suo posto viene chiamato il genovese Ventura ( http://www.giampieroventura.it/ ). la decisione arriva dopo l'ennesima prestazione deludente della squadra in questo campionato,  il pareggio in una gara fondamentale contro l'Udinese in casa 1 - 1, la confusione tattica e il terz'ultimo posto in classifica. Si chiude così un ciclo e la speranza di tutti di potersi salvare.

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Dopo la partita persa in casa amaranto contro la Reggina il Messina retrocede con 2 giornate di anticipo in serie B

Domenica 30 aprile 2006 il verdetto è definitivo, retrocedono in B

Messina

Lecce

Treviso

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RETROCESSIONE: la sentenza annunciata nell'estate del 2005, cassata dai registri dei tribunali,  è stata scritta in maniera definitiva ed indelebile su quella degli annali della società FC Messina Peloro, così come il 5 giugno del 2004 era stata scolpita quella gloriosa della promozione in serie A. Amara retrocessione scaturita per mano di coloro che ci avevano portato in A, derivata da una somma di errori data dall'incapacità di gestire un patrimonio fatto non solo di busines, ma sopratutto di uomini, di cuore, di amore, di sacrifici, di orgoglio per un patrimonio faticosamente conquistato dopo 40 anni e sciupato miseramente. In questo anno hanno avuto il sopravvento atteggiamenti quali presunzione, mancanza di umiltà, incapacità di ammettere gli errori commessi e sostenuta dai troppi Yesman di turno, supponenza nella comunicazione  a livello locale, imperizia  nel trattare con i media a livello nazionale che fino alla fine hanno continuato a massacrarci e a farci apparire per quelli che non siamo.

La parola d’ordine per il Presidente Franza per il prossimo campionato è quella di fare tesoro degli errori commessi e rifondare la squadra e la società per ripartire con vigore per ritornare in quella serie A che ci compete.


Ed invece calciopoli e la retrocessione della Juve in B riammette d'ufficio il Messina, in seria A, ma come vedremo, nessuno in società farà tesoro degli errori commessi e ci ricondurrà all'inferno calcistico della B. Noi intanto restiamo in attesa di nuovi lumi.

 

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